Scoppia la bomba Superbonus: chi resta fuori

Saranno esclusi dalla misura immobili unifamiliari, ville e villette

Scoppia la bomba Superbonus: chi resta fuori

La proroga c'è, ma non per tutte le tipologie di abitazione. Nella prossima manovra di bilancio il governo inserirà la proroga, sino al 2023, del Superbonus 110% ma, da quanto trapelato al termine del consiglio dei ministri, l'incentivo potrà essere utilizzato solo per i condomini e Iacp (Istituti autonomi case popolari) escludendo, quindi, gli immobili unifamiliari, ville e villette.

Entriamo nel dettaglio.

Cosa è il Superbonus 110%

Il Superbonus 110% è una misura di incentivazione che è stata introdotta dal cosiddetto Decreto “Rilancio” del 19 maggio 2020 (D.l. 34/2020) con cui sono state stanziate risorse destinate a rendere più efficienti e più sicure le nostre abitazioni praticamente a costo zero per il cittadino.

Questo incentivo, come scritto in un precedente articolo de IlGiornale.It, non è decollato da subito, soprattutto per la complessa documentazione che era necessario ottenere per potervi accedere; grazie alla Cilas (o Cila Superbonus), introdotta dal Dl Semplificazioni Bis, il procedimento è stato notevolmente snellito. La Cilas, difatti, è un documento con funzioni simili alla Cila tradizionale, ma si applica esclusivamente per il superbonus ed è obbligatoria a partire dal 5 agosto 2021, per tutti gli interventi ammissibili al 110% (sia Ecobonus che Sismabonus) e che non prevedono la demolizione e la ricostruzione dell’edificio.

Pertanto, non è più necessaria la presentazione della certificazione di attestazione della conformità urbanistico-edilizia dell’edificio, documento che rallentava notevolmente le pratiche in quanto sono necessari dei mesi per poterlo ottenere.

Con la ripresa questa misura ha iniziato a trainare la ripresa per il comparto edile, tra i più importanti della nostra economia.

Cosa cambia e le novità

Come scritto sopra, la proroga dell'incentivo al 110% non è piena ma una proroga selettiva, in quanto ne potranno usufruire solo i condomini e gli Istituti autonomi case popolari (o equivalenti).

Pertanto le villette e le altre tipologie di immobili (unifamiliari ed immobili composta da due a quattro unità indipendenti e accatastate in modo distinto) dovranno muoversi qualora volessero accedere agli incentivi in quanto avranno tempo solo fino al 2022; inoltre non è chiaro i termini, considerando che, ad oggi, si può richiedere l'incentivo sino al 30 giugno 2022 e si ha la possibilità di usufruire degli sconti fino al 31 dicembre 2022 al fine di completare gli interventi ma solo nel caso in cui nei primi 6 mesi di lavori siano stati completati almeno il 60% degli interventi previsti.

Infine, tra i vari bonus legati al 110% quelli rivolti a mobili, giardini dovrebbero essere estesi sino al 2020 e dovrebbero essere confermati i crediti di imposta al 50% e 65% mentre non dovrebbe essere inclusa la proroga del bonus al 90% per il rifacimento delle facciate.

Le reazioni al nuovo limite

La notizia dell'esclusione di ville, villette ed immobili unifamiliari ha causato più di qualche malumore nel Movimento 5 Stelle che del superbonus ne ha fatto una delle misure di maggiore importanza del periodo dei due esecutivi Conte.

Questa situazione poterbbe causare dei grattacapi al presidente Draghi verso a cui l'ex premier Giuseppe Conte, indirettamente si è rivolto affermando, sulla questione Superbonus, che "Bisogna fare di più: il Governo ne garantisca la proroga anche agli edifici non condominiali e la renda accessibile negli anni a venire. Stiamo portando avanti questa richiesta con voce ferma, in compagnia di tante famiglie, imprese e associazioni di categoria che reclamano fortemente questa agevolazione. Dobbiamo spingere sulla ripartenza. Dobbiamo correre veloci, facendo investimenti intelligenti, strategici e sostenibili. Serve coraggio"

A sostegno della posizione del leader del Movimento anche Mario Turco, già sosttosegertario alla programmazione del Conte Bis, che ha dichiarato: "Riteniamo del tutto intempestiva la scelta di escludere gli edifici unifamiliari dalla proroga al 2023 del Superbonus 110% per almeno due ordini di ragioni. Innanzitutto perché sono proprio questi gli edifici che, per numero di asseverazioni, finora hanno rappresentato la maggior parte degli interventi. In secondo luogo perché, proprio essendo unifamiliari o multifamiliari, e quindi non condominiali, presentano il beneficio della maggior velocità di esecuzione come conseguenza di un processo decisionale più snello". E anche dalla Lega arriva la richiesta chiara per blindare i bonus sulla casa: "La prossima manovra dovrà contenere la proroga di tutti i bonus edilizi (ristrutturazione, ecobonus, sismabonus, facciate, arredi) almeno a tutto il 2022 e il Superbonus al 2023, a favore di tutta la platea di beneficiari, inclusi gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. Non si possono tradire le attese di proprietari ed imprese, già in difficoltà per la pandemia e il caro materiali oltre alle farraginosità di una normativa da semplificare.

Solo a partire dal 2024 si potrà immaginare un decremento delle misure, quando verosimilmente le condizioni macroeconomiche della nostra economia saranno complessivamente migliorate e più stabili", hanno fatto sapere il senatore della Lega Paolo Arrigoni, responsabile del dipartimento Energia del partito e la deputata Giorgia Andreuzza, vicepresidente della commissione Attività Produttive della Camera. Insomma lo scontro è solo all'inizio.

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