Supervisione Il progetto al centro dell'Ecofin

Mario Draghi è pronto: dopo la messa a punto dello scudo anti-spread, ora può decollare il progetto della Commissione Ue che assegna alla Bce il compito di vigilare sulle seimila banche dell'euro zona. Da quelle sistemiche, fino alla più piccola delle casse rurali. A Nicosia, dove ieri si è concluso l'Ecofin, alcune fonti hanno rivelato che per l'Eurotower si tratta di un compito «realizzabile» e che il nuovo meccanismo deve appunto coprire «tutti gli istituti».
Il percorso per arrivare al traguardo dell'Unione bancaria non si preannuncia comunque facile. La proposta del commissario Barnier prevede già un approccio progressivo in base al quale la banca centrale assumerà la supervisione prima delle banche che hanno ricevuto aiuti comunitari o di Stato (1 gennaio 2013), poi di quelle sistemiche (1 luglio 2013); solo in ultima battuta, cioè dal gennaio 2014, verranno coinvolte anche le altre. Il ruolino di marcia è però forse troppo ambizioso, anche se da Italia, Francia e Spagna è già arrivato un sostanziale via libera alla proposta. Una posizione favorevole motivata dal ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, con la necessità di lasciar svolgere alla Bce quel lavoro preventivo di controllo così da evitare altre crisi sistemiche.
Due sono gli ostacoli da superare. A cominciare da quello tedesco. Berlino, che non vuole tra l'altro concedere al fondo salva-Stati Esm la licenza bancaria necessaria per la ricapitalizzazione diretta degli istituti, ha finora manifestato una netta contrarierà a estendere la vigilanza agli istituti di minori dimensioni. A Cipro il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha sollevato dubbi sul fatto stesso che il ruolo di supervisore possa essere assegnato alla Bce. «Deve essere fortemente coinvolta nella vigilanza - ha dichiarato - ma questo non può ripercuotersi sulla sua indipendenza e sulla politica monetaria».
Alcune fonti hanno inoltre riferito di forti tensioni innescate dalla proposta Barnier tra Germania e Francia, smentite dal ministro francese, Pierre Moscovici, e dallo stesso Schaeuble, secondo cui «non c'è nessuna controversia con Parigi». Schaueble ha però confermato che Berlino ritiene «non possibile» avviare il nuovo meccanismo il primo gennaio 2013. «Durante il meeting non abbiamo parlato di calendario in modo conflittuale», ha precisato. «Non è utile ora indicare date precise».
Il secondo problema è legato ai 10 Paesi che non fanno parte dell'euro zona. A manifestare in modo più evidente la propria contrarietà è stata la Svezia, che sia venerdì che ieri ha lanciato critiche senza mezzi termini ai piani della Commissione. Per il ministro delle Finanze scandinavo, Anders Borg, è «inaccettabile avere una supervisione in Europa che si basi sulla Bce, di cui noi non siamo membri, e in cui se diventassimo membri non avremmo diritto di voto». Inoltre, è «impossibile» anche pensare che di colpo, dal primo gennaio, la Bce possa rilevare la vigilanza su 6mila banche, anche se in una forma di coordinatore delle autorità di nazionali. Ma a detta di Barnier era «ovvio» che le proposte della Commissione non si riferivano a questo.

«Nessuno l'ha mai detto, abbiamo scelto un approccio progressivo. Inizialmente la vigilanza verrà effettuata con le autorità nazionali». La Bce dovrà poter avere «il diritto giuridico di andare a vedere la situazione particolare di una banca tra le 6mila» dell'Unione europea.

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