Meno tasse in busta paga? Una balla: ecco chi ci perde

La misura sostiene i redditi bassi ma schiaccia i contribuenti con guadagni superiori ai 35mila euro. I prelievi effettivi salgono fino al 60%: ecco le cifre della stangata

Meno tasse in busta paga? Una balla: ecco chi ci perde

Il taglio del cuneo fiscale annunciato dal governo è una lama a doppio taglio che nasconde una vera e propria stangata: se da una parte sostiene i redditi bassi, dall'altra schiaccia i contribuenti con guadagni superiori ai 35mila euro annui.

Altro che “giusta direzione” e riforma per “un sistema fiscale più equo”, come aveva dichiarato nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte, in certi casi, sottolinea Repubblica, il prelievo effettivo può salire fino al 60%.

Scendendo nel dettaglio della misura, l'effetto benefico millantato dall'esecutivo giallorosso funziona solo per le persone con un reddito basso. Salendo oltre il tetto dei 28mila euro annui lordi, infatti, lo scudo del bonus si assottiglia sempre di più, fino a lasciare le persone senza alcuna protezione.

Una simulazione che fa riflettere

Nella simulazione realizzata dal centro studi Eutekne che ci aiuta meglio a comprendere cosa potrebbe accadere, è stata considerata l'estensione del bonus Renzi, il quale passa a 100 euro fino ai redditi annuali di 28mila euro per poi decrescere, fino allo zero, in prossimità della soglia dei 40mila euro annui.

Il soggetto preso come cavia è un lavoratore dipendente con un lordo annuo di 12mila euro. In questo caso, dopo aver pagato le tasse, il nostro lavoratore scende da 12mila a 11.135 euro; si porta cioè a casa il 92,79% della retribuzione lorda.

Ma quando i redditi salgono e, come detto, il bonus declina, è qui che l'aliquota Irpef comincia "a mordere". Si viene a creare quello che gli esperti definiscono fenomeno dell'"aliquota marginale effettiva". In altre parole, i contribuenti pensano di pagare un'aliquota pari al 38% anche se, in virtù delle detrazioni decrescenti, pagano molto di più.

Quanto? Dipende da caso a caso. In generale, con la formulazione del nuovo bonus – del quale si attende ancora il decreto del governo, dopo l'accordo - le fasce comprese tra i 35mila e i 40mila euro annui dovranno fare i conti con un'aliquota marginale effettiva del 60%. Calcolatrice alla mano, un lavoratore dipendente con reddito pari a 35mila euro annui riceve un incremento di stipendio di mille euro. Sì, è vero, ma allo stesso tempo il suo reddito netto aumenterà solo di 400 euro.

I casi ai raggi X

Passando ad analizzare la fascia di reddito incastonata tra i 28mila e i 55mila, la situazione è ancora peggiore. L'aliquota da pagare sale al 38%. Chi, invece, ha un reddito lordo annuo di 48mila euro ne porterà a casa solo 30.285, ovvero appena il 63,09%.

Detto altrimenti e facendo parlare i numeri, ecco quanto resta in tasca ai contribuenti, al netto di tasse e contributi vari. Partiamo con i lavoratori dipendenti. Se il loro stipendio annuo ammonta a 24mila euro lordi, la percentuale di quanto intascheranno ammonterà a 77,32%; con 36mila euro si passa a 69,91% e con 48mila a 63,09%.

Sul fronte pensionati la situazione è diversa: a 24mila lordi la percentuale è del 77,66%, a 36mila il 71,90% e a 48mila il 68,11%.

I lavoratori autonomi sono i più stangati: a quota 24mila intascano il 59,12%, a 36mila il 56,60% e a 48mila il 53,51%. Infine dobbiamo citare i lavoratori autonomi con flat tax: a 24mila la percentuale è del 63,75%, a 36mila del 63,75%, esattamente come a 48mila.

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