Banche più forti, vera leva della resilienza del made in Italy

Banche più forti, vera leva della resilienza del made in Italy
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La locomotiva Italia sta rallentando, le stazioni della crescita stabile e duratura si allontanano, le imprese restano piccole, sotto capitalizzate, restie a fusioni, incorporazioni, quotazioni sui mercati finanziari regolamentati. Eurolandia, per la verità, non sta facendo meglio dell'Italia, anzi la locomotiva per antonomasia, quella tedesca, sta pagando dazio, più di ogni altra nazione continentale, tanto da essere, già nel terzo trimestre, in recessione tecnica, seppur minima. In questo scenario l'elemento che deve maggiormente far riflettere sulla nostra imprenditoria sono le dimensioni delle aziende e dei conferimenti di patrimonio dei soci, non sotto forma di beni strumentali dell'azienda, che in caso di ulteriore rallentamento dell'economia imporrà seri rischi per la tenuta di chi ha posizioni debitorie rilevanti. A limitare gli effetti di debolezza strutturale e patrimoniale delle imprese, ormai congenita, c'è un costante rafforzamento dello stato patrimoniale del sistema bancario italiano, che oggi, almeno per i primi venti istituti del credito, è ai vertici europei e in grado di reggere tensioni finanziarie anche rilevanti. Bene ricordare che hanno concorso a questa virtuosità la capacità di gestione complessiva del sistema bancario, la sua continua modernizzazione, la riduzione delle zone opache e delle inefficienza. A rafforzare le le posizioni ci saranno gli accantonamenti obbligatori che ogni banca adotterà invece di versare la tassa richiesta dal governo a fronte dei cosiddetti extraprofitti, cosa peraltro molto dubitabile essendo gli eccellenti risultati ottenuti ascrivibile soprattutto al modello organizzativo e alla capacità di portare a compimento gli obiettivi degli istituti di realizzare profitto in contemporanea al successo di quelli della clientela. In sintesi l'economia italiana, che ha una buona capacita di resilienza dimostrata fino al primo semestre, si gioverà proprio della solidità patrimoniale delle banche e della capacità di selezione del credito e suo indirizzo, non solo verso chi dispone di mezzi per garantirne la restituzione, ma anche per chi dimostra di avere un progetto imprenditoriale in grado di raggiungere gli obiettivi, ovvero di espandersi, alimentare forza lavoro e contribuire alla raccolta fiscale e previdenziale che consentono al Paese di disporre di un sistema socio-assistenziale posizionato ai vertici dell'intera Europa. Senza dimenticare che il sistema bancario ha sovente tra i suoi maggiori azionisti le fondazioni bancarie e quelle della previdenza integrativa degli ordini professionali e delle categorie economiche. Il ruolo che svolgono sul territorio, soprattutto le fondazioni bancarie, è particolarmente rilevante e a determinarne l'entità è la massa dei dividendi distribuita dai soggetti di cui sono azioniste.

I tempi che viviamo sono sicuramente meno radiosi del desiderato, a superarne gli effetti concorrerà, in misura importante, la politica creditizia che le banche svolgeranno, la quale sarà sempre più dipendente dall'entità delle capitalizzazioni.

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