Tra imposte dirette e indirette lo Stato si mangia più della metà dello stipendio dei contribuenti, come dimostra il professor Giuseppe Savioli, presidente della Fondazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Rimini.
Oltre alle imposte dirette, infatti, il povero contribuente è costretto a pagare allo Stato oltre 100 tasse camuffate: "Dal contributo per il Consorzio di bonifica inserito in bolletta alla quota per il Sistema sanitario compresa nell'Rc auto, fino all'imposta di bollo. Senza però dimenticare le immancabili accise sulla benzina".
Secondo il professor Savioli, i contribuenti italiani pagano tutto, "anche bevendo un bicchiere d'acqua noi paghiamo alcune imposte". Si tratta di un "prelievo inconsapevole" che lo Stato compie ai danni del cittadino, costretto a lavorare per metà dell'anno solamente per poter pagare le tasse.
Avete letto bene: un normale contribuente che guadagna all'incirca 1300 euro al mese, secondo i dati del professor Savioli, ha un prelievo fiscale - tra i 283 euro della Tares, i 427 delle imposte sulle bollette e i 225 per l'iva solo sugli alimentari - di circa 1000 euro. E così, il contribuente medio, "per 187 giorni all'anno (quindi fino ai primi di luglio) lavorerà soltanto per pagare le tasse.
Per 155 giorni lavora per corrispondere le imposte statali, per 33,5 giorni lo fa invece per versare contributi all'Inps, mentre 8 giorni li dedica alle imposte regionali, altri 8 a quelle comunali e infine 2,5 a quelle provinciali".In questo modo, l'altissima pressione fiscale inghiotte ogni possibilità di acquisto che non sia strettamente necessario.
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