Tavares si rimangia i dazi alla Cina

Assicurato l'accordo con Pechino, ora Stellantis cambia idea e li definisce «dannosi»

Tavares si rimangia i dazi alla Cina
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Sì ai dazi contro l'import di auto cinesi? O meglio di no. La questione è spinosa e potrebbe tramutarsi in un boomerang elettorale per la presidente tedesca della Commissione Ue, Ursula von der Lyen. I costruttori di auto del suo Paese, infatti, sulla questione hanno innalzato un muro temendo gravi ripercussioni sul loro fondamentale business a Pechino. La Cina, infatti, ha minacciato immediate ritorsioni contro l'Ue: dazi fino al 25% sui veicoli in arrivo dal Vecchio continente e dagli Stati Uniti.

La Commissione Ue, infatti, presenterà una prima decisione sui possibili dazi anti importazioni di veicoli elettrici cinesi, il 5 giugno, proprio alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dell'Europarlamento. Gli Usa, da parte loro, hanno già dichiarato che imporranno dazi del 100% per impedire la spedizione di veicoli elettrici da Pechino.

Intanto, Carlos Tavares, ad di Stellantis, che fino a non tanto tempo fa reclamava barriere europee anti-cinesi, ora ha cambiato idea, soprattutto alla luce del recente accordo per la distribuzione in Europa di veicoli elettrici a costi più competitivi realizzati dal partner Leapmotor.

Pur riconoscendo che «la competizione con i produttori di auto cinesi sul mercato europeo sarà agguerrita, soprattutto per quanto riguarda l'elettrico, e potrà portare a significative conseguenze», Tavares definisce come «trappola» i dazi sui veicoli asiatici importati in Europa e negli Usa. «È una strada - spiega, parlando al Reuters Events Automotive Europe - che non permetterà alle Case automobilistiche occidentali di evitare la ristrutturazione necessaria per affrontare la sfida. Eventuali dazi, inoltre, farebbero salire l'inflazione nelle regioni in cui dovessero essere imposti, con potenziali ricadute su vendite e produzione. La battaglia sui prezzi con le rivali cinesi sarà molto dura: c'è da assorbire un 30% di vantaggio competitivo sui costi a loro favore, ci possono essere conseguenze sociali».

E la presidente von der Leyen? Riflette. «Non penso che siamo in una guerra commerciale con la Cina - sottolinea - visto che con Pechino vale l'approccio del derisking, diverso dal disaccoppiamento nei confronti della Russia». E a proposito delle indagini sulle sovvenzioni statali alle aziende di Pechino, «se verrà dimostrata l'esistenza di interventi che portano a una distorsione del mercato - puntualizza - l'Ue adotterà i dazi corrispondenti al livello degli aiuti cinesi».

I fatti, intanto, hanno visto il fallimento del «Progetto Airbus» per l'auto, ipotizzato dall'ad di Renault, Luca De Meo, cioè di realizzare con Volkswagen una vettura low

cost proprio per contrastare i cinesi.

Da parte sua, come riporta Automotive News, Ford sta invece chiedendo ai concessionari di sospendere gli investimenti nei veicoli elettrici. Per ora, a vincere, resta un grande caos.

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