Tim prende tempo sulla rete. Verso un altro giro di offerte

Cda sulle proposte di Kkr e di Cdp-Macquarie: "Almeno una cordata pronta a migliorarla". I paletti di Vivendi

Tim prende tempo sulla rete. Verso un altro giro di offerte

La partita per la rete di Tim rinvia ancora la soluzione alla prossima puntata. Il consiglio di amministrazione di Tim, riunitosi ieri sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha analizzato in profondità le offerte non vincolanti ricevute per Netco da Cdp-Macquarie (che aveva rilanciato a 19,3 miliardi) e Kkr (19+2 di earn out) e le ha ritenute non ancora adeguate. Pertanto, considerata la disponibilità espressa da almeno uno degli offerenti a migliorarla - si parla di Kkr -, ha deciso di sondare la disponibilità, per ottenere un'offerta finale entro il 9 giugno. Una soluzione che non soddisfa il primo azionista Vivendi, che avrebbe preferito un «no» secco a entrambe le proposte. Ma che andrebbe comunque nella direzione di un avvicinamento ai desiderata dei soci transalpini, che continuano a valutare la rete 31 miliardi (anche se si parla di accordo possibile a 26 miliardi). Vivendi non vuole proroghe lunghe ed è tassativa nel dire che eventuali decisioni sulle offerte dovranno essere prese in un'assemblea straordinaria, dove i francesi contano di poter far valere il loro 23,7% e di potersi tirar dietro almeno un terzo dell'assemblea (facendo leva su quanto si è già verificato per il voto sulla politica di remunerazione). Al tempo stesso si chiede all'ad, Pietro Labriola, di lavorare a un nuovo Piano industriale, che offra soluzioni alternative, accantonando un progetto che finora non ha portato i frutti sperati. A proposito di alternative, sembra tramontare l'indiscrezione che voleva Poste come possibile partner della società dei servizi con l'ad Matteo Del Fante che ha detto di non aver «nessun dossier aperto su Tim». E pure Iliad si è chiamata fuori. Secondo alcune fonti il board, in caso di miglioramenti soddisfacenti, potrebbe anche portare un'offerta in assemblea. Per un'altra interpretazione, infatti, stante il mandato dei soci a Labriola, sarebbe poco consono scartare a priori le uniche proposte arrivate, che tra l'altro consentirebbero un abbattimento del maxi debito da oltre 25 miliardi. C'è chi crede che alcuni soci potrebbero addirittura intentare un'azione di responsabilità sul board, qualora non fosse data loro la facoltà di scegliere. Siamo comunque nel campo delle ipotesi e, prima, bisognerà vedere le volontà di migliorare l'offerta da parte di Cdp e Kkr. Intanto, in vista del cda sui conti di mercoledì, la società ha pubblicato le stime di 12 analisti, che vedono i ricavi di gruppo in crescita del 4,2% a quota 3,84 miliardi, con quelli domestici sostanzialmente stabili a 2,84 miliardi (-0,5%).

Il debito netto adjusted dovrebbe crescere a 25,8 miliardi mentre il fatturato da servizi di gruppo è previsto a 3,54 miliardi (+3,3%). Sul fronte della marginalità l'ebitda organico dovrebbe crescere del 3,8% a 1,46 miliardi, grazie alla forte spinta del Brasile, previsto in crescita del 21,9%, e alla stabilizzazione del business italiano.

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