
Tim tornerà a generare cassa già da quest'anno e a remunerare i soci per gli esercizi 2026 e 2027. In particolare, il gruppo guidato da Pietro Labriola prevede il possibile pagamento di mezzo miliardo nel 2027 e 600 milioni nel 2028. Ma già dall'anno prossimo, in virtù della vendita di Sparkle che si concretizzerà nel primo trimestre del 2026, i soci potranno essere remunerati (con cedole, buyback o conversione delle azioni risparmio in ordinarie) per circa il 50% dell'incasso, quindi intorno ai 350 milioni. Questi sono alcuni degli elementi più interessanti dell'aggiornamento del piano industriale pubblicato ieri sera da Tim insieme ai conti. Insieme a questo, l'ad prospetta un cambiamento di pelle sempre più importante per l'azienda con investimenti a livello di gruppo per 6 miliardi nel triennio, tutti incentrati su 5G, data center, internet delle cose e intelligenza artificiale. Tutti business in crescita che promettono ritorni sugli investimenti importanti. Per rafforzare le entrate delle divisione Consumer, quella della telefonia, Tim lancerà nel 2025 la vendita di luce e gas alle piccole e medie imprese da cui sono attesi 200 milioni di ricavi cumulati fino al 2027. Per quanto riguarda i target numerici per il biennio 2026-2027, è previsto un indebitamento ancora in calo: già quest'anno il rapporto tra debito netto e margine operativo lordo sarà inferiore a 1,9. Alla fine del 2027, il gruppo prevede una leva inferiore a 1,7 «che rappresenta un livello best in class fra i peers europei». I ricavi cresceranno di circa il 3% annuo fino al 2027 a partire dai 13,7 miliardi pro-forma nel 2024. Il flusso di cassa disponibile per gli azionisti arriverà a quota 1,1 miliardi nel 2027, per un totale di 2,5 miliardi in arco di piano. L'ex monopolista prevede, inoltre, di ridurre costi e investimenti di 700 milioni al 2027, a causa di una semplificazione e ridimensionamento delle strutture di costo.
In accoppiata con il piano, che verrà illustrato dall'amministratore delegato questa mattina alla comunità finanziaria, il consiglio d'amministrazione ha approvato i conti preconsuntivi al 31 dicembre 2024. I dati hanno centrato tutte le stime: a partire da ricavi totali cresciuti del 3,1% a 14,5 miliardi, frutto di una crescita dell'1,5% nel business domestico a 10,2 miliardi e del +6,8% in Brasile a 4,4 miliardi. Lo spaccato dei singoli business rivela che Tim Consumer è cresciuta dello 0,6% a 6,1 miliardi di fatturato; mentre i ricavi di Enterprise (la divisione dei servizi a Pa e imprese) sono cresciuti del 4,1% a 3,3 miliardi. Tra i dati più rilevanti c'è da segnalare la crescita dell'ebitda after lease (il margine operativo lordo al netto dei contratti di leasing), lievitato in doppia cifra al +10,1% a 3,7 miliardi. Scende anche il debito netto after lease sotto quota 7,3 miliardi, con una leva finanziaria inferiore a 2 volte, quindi meglio della guidance che indicava la soglia di 7,5 miliardi.
Nell'attesa, ieri il titolo di Tim ha chiuso in lieve rialzo a +0,30% (0,305 euro).
Vedremo già oggi quale sarà la reazione del mercato al nuovo piano. Intanto, si attendono notizia dal risiko con Poste Italiane verso l'ingresso nel capitale di Tim. E Iliad che non ha perso la speranza di fare un'alleanza a tre.
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