Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico non usa giri di parole e riapre il cantiere pensioni. Di fatto davanti all'istituto di previdenza sociale c'è un bivio importante alla fine del 2021 quando Quota 100 andrà in scadenza e salvo colpi di scena uscirà fuori dai piani pensionistici. Tridico, in un'intervista a Repubblica, spiega qual è la direzione che le pensioni del futuro dovranno intraprendere. Si tratta di un piano che prevede l'uscita anticipata anche a 62 anmni di età ma di fatto con una forte penalizzazione sull'assegno: il calcolo sarà totalmente contributivo. È un'idea di cui avevamo già parlato nei giorni scorsi con le pensioni "flessibili" di cui si sta occupando il governo con una trattativa serrata con i sindacati. Tridico però si porta avanti e afferma: "Sulle pensioni sono state fatte diverse proposte e non mi sembra giusto aggiungerne altre. Ma flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva".
Poi il piano di Tridico si fa più concreto e sembra suggerire la riforma all'esecutivo: "Si fissa una linea d’età per l’uscita - propone Tridico -, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione. Ovviamente con ricalcolo contributivo, come avverrà per tutti dal 2036. È poi necessario prevedere pensioni di garanzia per i giovani, coprendo i vuoti contributivi dovuti al lavoro precario".
Insomma un piano, quello che sta studiando l'Inps, che di fatto andrà a toccare quqsi tutte le tipologie di pensioni che entreranno in scena a partire dal 2022. E in questa partita per il futuro c'entrano anche i conti di quota 100. Infatti in questo ultimo anno, ovvero da quando la riforma è a pieno regime, dei 18 miliardi stanziati ne sono stati utilizzati solo sei. Si è creato dunque un tesoretto che lo stesso Tridico suggerisce di lasciare in cassa per destinarlo, sempre sul fronte previdenziale, alle altre misure per l'anticipo pensionistico che verranno: "Al presidente Inps compete al massimo l’onere di una proposta, le decisioni sono politiche. Ciò detto mi aspetterei che i risparmi da ’Quota 100’ - 6,2 miliardi nel triennio 2019-2021 rispetto ai 18,6 miliardi stanziati - restino allocati nel settore pensionistico, riprendendo le perequazioni piene, ma soprattutto iniziando a pensare a una pensione di garanzia per i giovani". E su questo punto sono anche intervenuti i sindacati con il segretario generale della Cgil, Landini: "In pensione a partire da 62 anni, la legge Fornero va superata".
Ma in un'intervista a La Stampa, proprio Landini critica il piano varato dall'Inps con un contributivo totale a partire dai 62 anni: "Sarebbe un sistema molto penalizzante e un sistema pubblico deve contenere elementi solidali, come fa la piattaforma Cgil-Cisl-Uil, che rivendica un’uscita flessibile a partire da 62 anni...", ha affermato Landini. Insomma il cantiere è aperto. Ma la soluzione appare lontana...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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