Ong, stop archiviazioni facili: più processi col dl Piantedosi

Lo studio dell'Agenzia Europea: giustizia certa grazie alle norme del nuovo decreto sugli sbarchi

Ong, stop archiviazioni facili: più processi col dl Piantedosi
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«Schiaccia il diritto umanitario», «provoca la morte dei migranti in mare». La sinistra ha veramente detto di tutto contro il decreto Piantedosi. Un decreto che in realtà mira a regolamentare l'attività delle Ong che ogni giorno scaricano centinaia di disperati sulle nostre coste. Ora infatti quelle stesse Ong non possono più permettersi di fare il bello e il cattivo tempo con il nostro paese. E i giudici non possono più liquidare con un'archiviazione le tante inchieste a loro carico. A dimostrarlo non è un report del governo ma l'ultimo dossier dell' Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali - di cui il Giornale è entrato in possesso e con il quale può raccontare tutti quei procedimenti rimasti a lungo lontani dai riflettori: procedure archiviate, assoluzioni e dissequestri senza troppe motivazioni. Il tutto fino a quando il Ministro dell'interno Matteo Piantedosi non ha messo mano al decreto che arginasse l'illegalità.

Ma andiamo con ordine: al momento infatti le navi con procedure in sospeso per aver violato la legge n°15 del 2023 sono proprio le principali 4 attrici del mediterraneo: Geo Barents, Open Arms, Ocean Viking e Sea Eye 4. Tutte e 4 le navi hanno compiuto soccorsi multipli senza sbarcare i migranti dopo il primo salvataggio e si trovano ora ad affrontare la giustizia. Non è certo una novità: per le ong i processi sono all'ordine del giorno. Il caso più eclatante è quello della Open Arms. Era il marzo del 2018 quando la ong recupera 218 migranti in acque internazionali. La competenza è delle autorità libiche ma la nave non consegna i migranti chiedendo un porto italiano. Lo stesso succede a Malta non chiedendo il porto de La Valletta ma tirando dritto per le coste italiane. Questo «viaggio» costa all'ex capo missione e al capitano un'inchiesta aperta dalla procura di Catania con le accuse di «associazione a delinquere» e «favoreggiamento dell'immigrazione clandestina». Poco dopo il procuratore Carmelo Zuccaro viene rimosso dall'incarico, l'inchiesta spostata a Trapani e l'accusa di associazione a delinquere semplicemente archiviata. Per «il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza privata non dà luogo a procedimento», dicono i giudici. La Sea Eye chiede l'aiuto a casa invece: nel giugno 2021 viene sequestrata a causa del trasporto di troppi passeggeri ma due mesi viene disarmata grazie al supporto di una compagnia assicurativa tedesca, la BG Verkehr. E poi c'è il caso di Carola Rackete: il capitano della Sea Watch 3 accusata di resistenza o violenza contro navi da guerra e favoreggiamento. Prima i domiciliari a Lampedusa, poi, nel 2021, l'archiviazione. In quell'indagine vengono coinvolti anche i membri dell'equipaggio, ma dopo solo un mese tutto archiviato.

Questi sono solo alcuni dei casi riportati dal dossier stilato dall'agenzia europea che dimostra come per anni le ong abbiano potuto operare indisturbate. Lo stesso documento però dimostra che dopo la proclamazione del dl il vento è cambiato.

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