Ue, mai tanti fallimenti. In Italia crescono del 2,9%

La Cina corre ai ripari sulla crisi immobiliare E intanto negli Usa i mutui sfondano quota 7%

Ue, mai tanti fallimenti. In Italia crescono del 2,9%
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Dal record di fallimenti nell'Unione europea, alla crisi del mercato immobiliare in Cina fino al superindice dell'economia statunitense di nuovo in calo. Si accendono da più parti, come un albero di Natale, segnali di un peggioramento della congiuntura mondiale. E, di conseguenza, cresce anche il pressing sulle banche centrali affinchè allentino la morsa monetaria. Ed è così soprattutto per la Bce guidata da Christine Lagarde che il 14 settembre tornerà a riunirsi per decidere su eventuali nuovi rialzi dei tassi.

Di sicuro a Francoforte dovranno considerare il dato preoccupante sul record di fallimenti delle imprese nell'Unione europea nel secondo trimestre dell'anno, con un aumento dell'8,4% e ai massimi da quando è iniziata la raccolta dei dati nel 2015 da parte dell'ufficio europeo di statistica. Nell'eurozona, invece, i fallimenti aziendali sono aumentati del 9%, mentre in Italia del 2,9 per cento. La fotografia dei crac offerta da Eurostat sembra indicare che si sia interrotta per l'Italia la riduzione proseguita per otto trimestri consecutivi a partire da inizio 2021. Tra i grandi Paesi, non sono disponibili i dati della Germania, mentre i fallimenti aziendali risultano in crescita del 4,6% in Francia. Nell'Ue i default aziendali aumentano in tutti i settori, a partire dai servizi di alloggio e ristorazione (+23,9%), dai trasporti e magazzinaggio (+15,2%) e da istruzione, sanità e attività sociali (+10,1%).

E se in Europa lo stress da tassi si fa sentire, l'economia cinese sta soffrendo gli scricchiolii sempre più rumorosi del mercato immobiliare (vedere caso Country Garden e Zhongrong) e le conseguenze di una ripresa post Covid meno forte del previsto. La Banca centrale cinese (Pboc) ha assicurato che adeguerà e ottimizzerà «le politiche immobiliari tempestivamente». Lo riporta il rapporto sulla politica monetaria del secondo trimestre pubblicato ieri. La Pboc adotterà «misure globali per stabilizzare le aspettative» sullo yuan «a livello ragionevole ed equilibrato», evitando «gli aggiustamenti eccessivi». Oltre alla «liquidità ragionevolmente ampia» e alla lotta ai «rischi finanziari sistemici», c'è la promozione di consumi, la stabilizzazione degli investimenti e l'espansione della domanda.

La Federal Reserve, negli Usa, ritiene possibile nuovi aumenti dei tassi d'interesse. E questo getta prospettive fosche su un'economia che comunque lancia segnali contrastanti: ieri il superindice dell'economia statunitense, redatto dal gruppo di ricerca privato Conference Board, è diminuito a luglio dello 0,4% a 105,8 punti per il sedicesimo mese consecutivo. Nei sei mesi tra gennaio e luglio 2023 ha registrato un ribasso del 4%, dopo il -3,7% dei sei mesi precedenti. E sono sempre più salate le condizioni anche per chi vuole comprare casa con il tasso d'interesse medio di un mutuo trentennale negli Stati Uniti che è salito sopra il 7%, ai massimi dall'aprile 2002.

Tuttavia, l'economia sembra tenere

con il numero di lavoratori che hanno richiesto i sussidi di disoccupazione, nella settimana che si è conclusa l'11 agosto, pari a 239mila persone: 11mila in meno su quella precedente e leggermente inferiore alle attese.

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