Unicredit, Commerz apre il tavolo. Sarà braccio di ferro sul prezzo

La neo ad Orlopp promette un "approccio aperto" ed esclude pillole avvelenate. La banca italiana ai massimi dal 2011 in Borsa

Unicredit, Commerz apre il tavolo. Sarà braccio di ferro sul prezzo
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Primi cedimenti nel muro tedesco all'avanzata di Unicredit in Commerzbank. A 24 ore di distanza dalle parole di Andrea Orcel, che ha ribadito come la strada maestra rimane un'aggregazione, l'istituto tedesco si prepara ad aprire il dialogo con il gruppo italiano diventato il suo primo azionista con un quota potenziale del 21% tra azioni già possedute (9%) e derivati.

Oggi si terrà difatti un primo giro di colloqui tra i due istituti, che unendo le forze andrebbero a creare uno dei maggiori gruppi creditizi europei e il primo in Germania, dove la somma di Hvb e Commerz scalzerebbe Deutsche Bank.

Dopo le barricate delle ultime settimane, Bettina Orlopp, nominata ieri ad di Commerz prima donna al comando di un grande istituto di credito tedesco (si insedia l'1 ottobre) - ha sottolineato che terrà un «approccio aperto», fermo restando la necessità di «analizzare la velocità delle sinergie e i rischi di esecuzione di qualsiasi operazione». «A volte ha senso, altre volte no - ha precisato - e questa è una cosa che dobbiamo scoprire congiuntamente».

Parole arrivate a margine della conferenza organizzata a Londra da Bank of America, lo stesso evento durante il quale Orcel aveva fatto il punto sui possibili scenari futuri, provando a derubricare a semplice investimento un blitz che agli occhi di tutti gli attori coinvolti - compresi lo Stato tedesco e la Bce - ha messo le basi per un'operazione di M&A transfrontaliero. E pertanto l'opposizione da parte di Berlino andrebbe contro il principio dell'integrazione europea.

Fermo restando che ieri i consigli di sorveglianza e di amministrazione di Commerz hanno concordato il sostegno alla strategia di indipendenza della banca, l'apertura al dialogo con l'ingombrante nuovo azionista dà il via a una fase in cui si inizierà a valutare nel concreto i possibili contorni dell'operazione. Di certo il mercato è tornato a credere con forza al merger: quasi +7% ieri il titolo Commerz e +4,8% per Unicredit che si è spinta ai massimi dal 2011 con un saldo di +61% da inizio anno.

Rispetto ai livelli precedenti l'uscita allo scoperto di Unicredit nell'azionariato, il titolo della seconda maggiore banca tedesca si è apprezzato di oltre il 25%, sostanzialmente nella parte alta del premio del 20-25% che gli analisti avevano immaginato in caso di Opa. Non è da escludere che Orcel decida di puntare a un'operazione mista cash-carta o tutta carta.

L'altro elemento di novità che si è aggiunto ieri è l'incarico che l'istituto tedesco avrebbe affidato a Ubs per assisterla in caso di lancio di un'Opa da parte di UniCredit (Commerz aveva già assoldato Goldman Sachs come consulente). La difesa dall'avanzata italiana non sembra comunque destinata a sfociare in contromosse azzardate.

«Non faremo cose stupide - ha tagliato corto Bettina Orlopp - e quindi qualsiasi idea di fare delle acquisizioni folli o delle vendite rapide, eccetera, è fuori discussione», togliendo quindi dal campo l'opzione della cosiddetta «pillola avvelenata» in contrasto a un'operazione ostile. Sempre ieri Commerz ha rivisto al rialzo le stime di utile al 2027 promettendo agli azionisti una politica di payout più generosa. -

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