Webuild supera gli obiettivi. E spinge il Ponte sullo Stretto

Ferrari: "Siamo pronti a partire subito con il cantiere Il virus? Non abbiamo usato Cig". Scatta il titolo: +3%

Il gruppo Webuild ha chiuso il 2020 sopra i target previsti e si appresta ad affrontare con ottimismo le sfide della ripresa e del Recovery Plan. L'effettività della fusione con Astaldi è ormai a un passo. Domenica scorsa i cda delle due società hanno approvato l'operazione di scissione. Il progetto sarà sottoposto all'approvazione delle rispettive assemblee con efficacia dell'operazione stimata per il primo agosto. L'azionariato sarà guidato da Salini Costruttori (40,4%), seguito da Cdp Equity (16,8%) Unicredit (5,4%), Intesa Sanpaolo (5,2%) e Banco Bpm (0,9%) con flottante al 30,8 per cento.

Dal punto di vista finanziario Webuild nel 2020 ha riconseguito un portafoglio ordini di 41,7 miliardi e ricavi combined (considerando Astaldi per l'intero 2020) di 6,4 miliardi, contro i 5,3 miliardi, come nel 2019. L'ebitda combined è stato di 820,6 milioni, l'ebitda rettificato (con Astaldi per 2 mesi) di 779,1 milioni (+45,7%). L'utile netto di gruppo adjusted è stato di 275,4 milioni (+98,1%). Il dividendo unitario proposto è di 0,055 euro sia per le ordinarie che per le risparmio. In Borsa il titolo ha guadagnato il 3,03%. «Nonostante il Covid, tutte le nostre attività sono operative, nel rispetto delle più rigide misure di sicurezza per dipendenti diretti e indiretti», ha sottolineato l'ad Pietro Salini.

Come spiega a il Giornale il dg Massimo Ferrari, «l'Italia dà segnali di ripartenza, ora si tratta di consolidare questa posizione sui contratti in essere e anche sui potenziali nuovi contratti». La storia di successo del gruppo insegna che si può reagire alle avversità. «Non abbiamo usato cassa integrazione né abbiamo licenziato nessun dipendente e il nostro numero di assunti è salito di 20mila unità», aggiunge Ferrari rimarcando che «come per il Ponte di Genova anche nel resto del Paese si possono realizzare infrastrutture, creare ricchezza e rispettare i criteri ambientali di sostenibilità (l'89% dei ricavi è stato relativo a progetti legati a obiettivi Sdg) di sviluppo sostenibile, usando la tecnologia». Webuild ha consegnato al governo un documento nel quale si evidenzia come sia possibile realizzare 94 miliardi di infrastrutture in tempi brevi anche senza utilizzare il Recovery Fund.

Il gruppo guarda a «piccole acquisizioni nei mercati di interesse», ha detto Ferrari in conference call.

Ma l'obiettivo più ambizioso resta sempre il Ponte sullo Stretto. «Siamo pronti a partire subito: può dare lavoro a oltre 100mila persone», ha ribadito Salini. «Stiamo realizzando l'alta velocità in Sicilia e il progetto del Ponte è approvato e autofinanziabile», conclude Ferrari.

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