Eletti i «laici» Mancino vice al Csm

da Roma

Fumata bianca, al primo colpo: il Parlamento, riunito in seduta comune, riesce a eleggere senza troppi scossoni gli otto membri laici del Csm, cinque del centrosinistra e tre del centrodestra. Il quorum è altissimo, servono i tre quinti di tutti i componenti delle due assemblee, ma l’accordo, sollecitato da Giorgio Napolitano, regge alla prova dell’urna, nonostante la «disobbedienza» di Rosa nel pugno, Dc e in parte della Lega. Il capo dello Stato apprezza «la convergenza e il senso di responsabilità». Prove di dialogo o solo un’intesa tecnica? Si vedrà in seguito, forse già oggi quando le Camere dovranno scegliere un giudice della Corte Costituzionale: candidato unico, Paolo Maria Napolitano. Intanto tocca a Roberto Calderoli a fare sfoggio di fair-play, invitando tutti «ad applaudire Mancino».
Il senatore della Margherita, ex presidente di Palazzo Madama, sarà infatti il nuovo vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Nicola Mancino ottiene 715 voti. Gli altri eletti sono Gianfranco Anedda, An, 758 voti, Michele Saponara, Fi, 741, Ugo Bergamo, Udc, 714, Vincenzo Siniscalchi, Ds, 710, Celestina Tinelli, Ds, 679, Mauro Volpi, Prc, 678 e Letizia Vacca, Pdci, 662. Staccati Mario Patrono, Rnp e Publio Fiori, Dc-Nuovo Psi.
Soddisfatto Nicola Mancino, che adesso dovrà lasciare il seggio a Nello Palumbo al Senato e la guida della commissione Affari costituzionali a Enzo Bianco. «Mi sento impegnato a contribuire al rasserenamento dei rapporti tra le istituzioni - dice -. Dopo anni di scontro politico tra magistratura e politica, auspico che possa aprirsi un’alba di colloquio e collaborazione. E spero che questa pagina non rimanga isolata». «Molto felice» si dice anche Michele Saponara, per anni presidente dell’ordine forense di Milano: «Quest’elezione in prima battuta e su tutti i nomi indicati significa che c’è bisogno e voglia di dialogare. Il Consiglio è composto da persone competenti che cercheranno di affrontare i problemi della giustizia. I magistrati non godono della stima dei cittadini, come del resto i politici. Una sensazione da sfatare».

Contento appare pure Clemente Mastella: «Oggi il Parlamento, ha scritto una bella pagina, nonostante il clima di antagonismo di questi ultimi giorni. La legislatura si era aperta con un’aria da derby, oggi invece diamo un’idea istituzionale corretta».

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