Elogio di Bossi jr: Meglio un Renzo Trota che cento figli di papà

Di fronte ai casi di Visco junior protagonista dell’Affittopoli romana e del baby Moratti favorito da una sanatoria sulla casa a Milano si è costretti a riabilitare Renzo Bossi

Elogio di Bossi jr: 
Meglio un Renzo Trota 
che cento figli di papà

Ma allora meglio il Trota. Non ho mai avuto gran simpatie per il figlio di Bossi, il ragazzo che non riusciva a passare l'esame di maturità ma che è riuscito a diventare il più gio­vane consigliere regionale mai elet­to in Lombardia: però devo dire che, dopo aver letto le gesta degli al­tri rampolli celebri, dal Visco junior al Moratti Batman, be’, viene voglia di organizzare immediatamente un corso di riabilitazione per l'erede del Senatùr.

Se proprio dobbiamo rimanere nel genere ittico, in effetti, sempre meglio trote che pesci in barile. Gabriele Visco, per esempio. Lui è un bel pesce in barile. 38 anni, nessuna intervista, nessuna foto sui giornali, nessuna comparsata in tv. Solo silenzio e affari. In pubblico non si mostra, sotto banco fa il furbetto. E pensare che suo padre Vincenzo si è sempre proclamato nemico di tutti i furbetti: ministro dell'economia di Prodi, noto come Vampiro per una certa propensione a svuotare le tasche degli italiani a suon di tasse, era solito sostenere la linea del rigore. Almeno finché non è stato condannato per abuso edilizio a Pantelleria. Il figlio Vampirino deve aver preso molto dal padre, soprattutto la passione per le case.

Non contento di essersi fatto assumere a Sviluppo Italia, un società dipendente dal ministero del Tesoro quando suo padre era ministro del Tesoro, infatti è riuscito a iscriversi anche alle liste di Affittopoli: ha ottenuto dal Comune un appartamento a prezzi stracciati nel cuore di Roma. 154 metri quadrati a Campo de' Fiori pagati un quarto rispetto ai valori di mercato. Fra l'altro al momento dell'assegnazione, il sindaco di Roma era Veltroni, compagno di partito di papà. Quello delle tasse e della severità. Fa il pesce in barile anche un altro rampollo celebre, Gabriele Moratti. 32 anni, pure lui nessun intervista, poche foto sui giornali, nessuna comparsata in tv. Solo silenzio e un impiego da manager nell' azienda di papà. Intanto però, sotto banco, fa Batman.

Si compra cinque capannoni, 447 metri quadrati a Milano, e senza permessi li trasforma, secondo quando denunciato dall' Espresso , in una maxivilla ispirata all'uomo pipistrello. Ci sono sala fitness di 200 metri quadrati, vasca idromassaggio, sauna, bagno turco, piscina salata, soppalco-palestra, il ponte levatoio che sale in un enorme soggiorno con cinema privato, immense camere da letto con mobili in pelle di squalo, una botola segreta motorizzata che porta in un bunker sotterraneo di cemento con ring da box e poligono da tiro insonorizzato. C'è proprio tutto quello che serve insomma, pelle di squalo, botola e ponte levatoio compresi. Manca solo la licenza edilizia. Ma che importa? Il piano regolatore di mamma Letizia condona tutto. Anche la Batcaverna. Evidentemente di fronte alla possibilità di avere una casa di lusso, i vincoli di parentela si rinsaldano. Il «tengo famiglia » trionfa. Nell'ultima Tangentopoli, in effetti, sono già emersi altri casi interessanti. Quello di Daniele Montezemolo, per esempio: ha avuto dal Pio Alberto Trivulzio uno studio milanese in piazza Mirabello a 10mila euro l'anno. Poi si è pure lamentato: «Ho dovuto rifare il bagnetto... », ha detto.

E quindi ha attaccato i media: «Perché tanta attenzione? Io sono solo il fratello farlocco di Luca... ». E allora ditemi: di fronte a fratelli farlocchi e figli Batman, non è forse meglio il Trota? Si sarà pure fatto bocciare un par de volte alla maturità, ma almeno quando ha cominciato a trafficare con la cosa pubblica l'ha fatto a volto scoperto. E a testa alta. Si è presentato alle elezioni, è andato ai comizi, ci ha messo la faccia, l'hanno attaccato e s'è difeso pubblicamente. Ha scelto di buttarsi in politica, accettandone rischi e benefici. Mille volte più cazzuto, e uomo, e adulto di questi farlocchi del quartierino, questi Vampirini e Pipistrelli che fingono di stare fuori dai giochi, vogliono farci credere di essere solo professionisti impeccabili, manager privati, disinteressati alla cosa pubblica, magari persino un po' schifati dai giochi di Palazzo, e poi corrono da paparino ministro o da mammà sindaco mentre mungono come si deve l'edilizia municipale. Ma vi pare? Io me li vedo questi principini col ponte levatoio, fra un mobile in pelle di squalo e una botola segreta, che ridono del Trota, magari guardando le vignette che regolarmente gli dedica Vauro ad Annozero .

Me li vedo mentre sfottono il ragazzo che si dedica alla politica, me li vedo mentre storcono il naso perché «la politica è una cosa sporca». Me li vedo mentre dicono che è sbagliato, che bisogna stare nelle retrovie, bisogna fare i manager, gli economisti, al massimo gli stilisti. Che bisogna star fuori dal palazzo.

O, almeno, che nel palazzo bisogna entrarci solo per farsi dare (a prezzi di favore) le chiavi dell' appartamento municipale. Ecco: di fronte alla loro ipocrisia, tutta la vita meglio il Trota. Magari si fa bocciare alla maturità, ma se poi deve chiedere qualcosa a papà, almeno chiede di andare a Pontida. Mica nella Batcaverna.

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