Emozioni «under 30» per la Carmen

Nell'Italia dove il più è pensato e costruito attorno a una classe gerontoiatrica, ecco un segnale di svolta. Lo dà un'istituzione icona della tradizione come il teatro alla Scala, che va a ringiovanire il suo spettacolo più' «in». Già, proprio la decantata «prima», di cui si mantiene inalterato lo smalto di esclusività. In breve: «prima» sempre a prova di vippame vario e area anagrafica matura. Ma s'e' trovata la strategia per strizzare l'occhio agli «under trenta». Circa 1800 giovanotti e fanciulle ieri hanno infatti assistito in anteprima a Carmen, l'opera di Bizet che lunedì inaugura ufficialmente la stagione scaligera. Un'operazione alla seconda edizione, così come, per l aprima volta, ci sara' un'anteprima del ballo inaugurale della stagione di danza. Per Carmen i biglietti sono volati via in un giorno, il 3 novembre scorso, e c'è chi ha fatto notte in coda pur di guadagnarsi un posto. Christian, 26 anni, neo architetto, a mezzogiorno in punto del 3 era appostato davanti al computer, ed è riuscito ad aggiudicarsi un biglietto per sè e per l’amica Chiara, studentessa di Scienze statistiche. «In tre minuti si sono volatilizzati gli 80 biglietti a disposizione» racconta Christian, che mai prima era stato alla Scala: ha incontrato l'opera un paio di volte, ma sotto il cielo stellato di Verona, in arena. Chiara, invece, era già stata nel tempio universale della lirica per uno spettacolo aperto alle scuole. Cosa porta alla Scala questi ed altri giovani: il fascino esclusivo del teatro o quello di un titolo magnetico come Carmen? Dipende, perchè non tutti la pensano allo stesso modo. Luca ad esempio, anche lui architetto, è stato attratto dall'idea di varcare la soglia del Piermarini in occasione di un qualcosa di esclusivo. Altri sono stati incuriositi dalla presenza, sul palco, di una compagnia di giovani. Si parte dalla protagonista, Anita Rachvelishvili, venticinquenne. Ieri il sovrintendente Stephane Lissner, nel foyer, non ha risparmiato lodi per questo mezzo soprano: «non c'è una voce così come la sua, una delle più belle che abbia mai sentito». Lissner assecondò subito il direttore d'orchestra Daniel Barenboim quando, dopo l'audizione del giugno 2008, decise che Carmen fosse questa ragazzina, venuta dalla Georgia: «Con l'audizione non potevamo sapere il suo livello di professionalità, perchè non basta la voce per poter scegliere al meglio. E' intelligente, una bella persona anche umanamente». La Rachvelishvili da lunedì farà coppia con il Don José di Jonas Kaufmann, il tenore en titre, pero' febbricitante: «Mercoledì sera mi ha telefonato dicendo che si sentiva poco bene. Ma lunedì, alla prima ufficiale, canterà: al 100 per cento», assicura Lissner. Ieri, intanto, è stato sostituito da Riccardo Massi, come la Rachvelishvili cresciuto nella bottega dell'Accademia della Scala. I due sono fidanzati da un paio d'anni e dopo questa Carmen festeggeranno il comune avvio di carriera con un viaggio in Thailandia. E' sotto i 40 anni pure Erwin Schrott, il sex symbol della lirica (ma ha pure, indubbiamente, una bella voce) nei panni del torero Escamillo. Quarantenne è Emma Dante, la regista che s'è portata alla Scala 30 suoi attori, sotto i 32 anni, più quattro collaboratori stretti. Il caso di Manuela Lo Sicco, 32 anni, romana, che ha curato i movimenti di scena di 150 persone: tanti sono gli attori, coristi, ballerini e solisti che si muovono in questa Carmen. Cosa attendersi da un pubblico giovane? «E' una Carmen piena di energia, viscerale e carnale. Ci stupiremmo se non piacesse ai giovani», osserva Lo Sicco. I giovani già sapevano che non sarebbe stata una Carmen convenzionale. Lo dice Federica, 23 anni, alla sua seconda volta al Piermarini. Cos’è per lei la Scala? «Un esempio del made in Italy», risponde con il piglio da studentessa di Marketing.

Assieme a lei, Stefano, brianzolo, studente d'Ingegneria al Politecnico. Cosa dicono i ragazzi di questa Carmen antitradizionale? Sono un po' intimiditi dagli stucchi del Piermarini, si lasciano sfuggire che non e' la Spagna che s'aspettavano. Piacciono le scene di massa.

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