Espadrillas e zeppe l'eterno cult dell'estate

Prodotte fin dal 1300 nei Pirenei per contadini e soldati, sono sempre di tendenza sia alte che basse

Margherita Tizzi

Inizialmente calzate dai contadini e dai pescatori della zona pirenaica, perché comode e adatte ai climi caldi, furono poi adottate dai soldati al fronte durante la guerra civile spagnola, come testimonia la fotografia del miliziano colpito a morte di Robert Capa. Tale fatto non deve stupire: le espadrillas, prodotte dal XIV secolo nei Pirenei dell'Occitania e della Catalogna, hanno la suola in corda di iuta e la tela superiore con punta e tomaia tagliata in un solo pezzo, cucito ai lati con una corda unica. E solo l'uso di mani sapienti ed esperte garantisce un intreccio perfetto della corda, al fine di rendere la suola compatta, quindi duratura nel tempo. Portate alla ribalta da Pablo Picasso e Salvator Dalì, Cary Grant e Yves Saint Laurent, da Audrey Hepburn e Grace Kelly, le scarpe fatte di corda sono diventate un pezzo cult dell'estate.

Oggi si sono trasformate in infradito, sneakers e ballerine, impreziosite da dettagli e applicazioni, e protette da un'ulteriore suola in gomma. In ogni caso confortevoli e fresche, resistono meglio in ambienti caldi dove non vi è umidità né contatto con l'acqua. La chiave, inoltre, è scegliere sempre la qualità anche se, a volte, poco economica.

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