Ucraina, 25 morti e centinaia di feriti negli scontri a Kiev

Yanukovich dopo le violenze: "Passato ogni limite". L'incontro tra presidente e opposizione si conclude con un nulla di fatto. Il governo: "Possibile intervento dell'esercito"

Ucraina, 25 morti e centinaia di feriti negli scontri a Kiev

È salito a 25 il numero delle vittime degli scontri di Kiev, dove ieri le forze dell'ordine hanno tentato lo sgombero della piazza della protesta, dopo una giornata di guerriglia, durante la quale i manifestanti sono tornati a occupare il municipio, ma anche la sede cittadina del partito del presidente Viktor Yanukovich, poi liberata.

I numeri forniti dal ministero della Sanità parlano di una giornata di violenze, la peggiore dal 22 gennaio, quando morirono tre manifestanti. Più di venti persone sono rimaste senza vita, tra civili e forze dell'ordine. In ospedale 241 persone, tra cui 79 poliziotti e cinque giornalisti. Uno di questi, Vyacheslav Vremiy, è morto per ferite di arma da fuoco.

L'attacco a piazza Indipendenza è partito alle otto in punto di martedì sera, quando la polizia ha rotto gli indugi e ha iniziato a premere sui manifestanti radunati nel maidan, diverse migliaia. I lacrimogeni e i proiettili di gomma sono stati accolti da molotov, pietre e fuochi d'artificio. Nelle mani dei contestatori non mancano spranghe e qualche pistola e c'è chi accusa anche le forze dell'ordine di avere utilizzato proiettili convenzionali.

La situazione a Kiev era tesa già dal mattino, quando un forte cordone di polizia ha fermato le migliaia di persone che si erano radunate per marciare in protesta sul Parlamento ucraino, dove si discuteva di una proposta di riforma costituzionale voluta dall'opposizione, che vorrebbe meno poteri nelle mani del presidente. Gli scontri si sono protratti per tutta la giornata.

Problemi anche in altre città dell'Ucraina occidentale, più vicina all'Unione Europea che alla Russia e al governo di Kiev. A Leopoli, roccaforte dei nazionalisti, 5.000 insorti hanno preso e svuotato un deposito di armi.

Un incontro tra il presidente Viktor Yanukovich e Vitali Klitschko, uno dei leader dell'opposizione, si è concluso con un nulla di fatto. L'uno ha condannato duramente le violenze, attaccando un'opposizione "che ha oltrepassato ogni limite" e che a suo dire tenta di prendere il potere, "violando la Costituzione". L'altro ha denunciato: "Yanukovich non vuole fermare l'assalto". Il ministero della Difesa ha intanto annunciato che per placare la rivolta potrebbe entrare in azione l'esercito in una "operazione antiterrorismo". In tarda serata il presidente ucraino Viktor Yanukovich ha annunciato una "tregua" per "fermare il bagno di sangue" e la ripresa dei colloqui con l’opposizione all’indomani delle violenze che a Kiev hanno provocato almento 26 morti.

Le reazioni internazionali

Dagli Stati Uniti la preoccupazione di Biden, che ha chiesto a Yanukovich di "esercitare la massima moderazione" e avviare un dialogo. Mosca ha invece denunciato la "connivenza di politici occidentale e dei corpi europei" con la protesta e chiesto all'opposizione lo stop alle violenze, denunciando un "colpo di Stato".

Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha sottolineato che "non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo" e di non escludere "il ricorso a misure restrittive eccezionali", di cui ha parlato anche il

presidente della Commissione Ue, Barroso. Francia e Germania hanno trovato un accordo per sanzioni mirate contro i responsabili delle violenze. L'Onu ha annunciato l'avvio di "un'indagine indipendente" su quanto sta accadendo.

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