Olimpiadi, dietro alla grandeur francese già una montagna di magagne

I primi due giorni di gare nelle Olimpiadi parigine hanno già mostrato una serie di errori, gaffe e disastri organizzativi che rischiano di trasformare l'evento in un costosissimo autogol per il governo Macron

Olimpiadi, dietro alla grandeur francese già una montagna di magagne

A sentire certi media, l’edizione parigina dei Giochi Olimpici sarebbe già un trionfo assoluto. Se da un lato gli spettatori sono stati sottoposti ad un’indigestione di tutti quei valori che piacciono alla gente che piace, l’impatto con la realtà ha lasciato delusi molti degli spettatori che sono arrivati nella capitale francese per assistere alle Olimpiadi. L’elenco delle magagne dietro all’incessante propaganda woke è già lunghissimo e rischia di peggiorare con il procedere delle gare, trasformando Parigi 2024 in un costosissimo autogol per il poco amato governo Macron.

Servizi cari e lacunosi

Che la Ville Lumiere sia una destinazione turistica da bollino rosso per i portafogli dei visitatori non è certo una novità ma molti degli spettatori arrivati da ogni parte del mondo per le Olimpiadi sono rimasti esterrefatti. Oltre alla proverbiale scortesia dei camerieri parigini, l’atteggiamento di molti esercenti è di cercare di fare cassa più possibile: un ristoratore vicino al Grand Palais, dove si disputano le gare della scherma, non ci vede niente di strano. Prezzi aumentati? Normale, per un evento così importante che riporta il pubblico alle Olimpiadi. Hanno aumentato il prezzo per salire sulla Torre Eiffel, perchè non possiamo aumentare anche noi? La sera i tavolini sono tutti occupati, quindi va tutto bene”.

Parigi 2024 pubblico mountain bike

La situazione peggiora nel caso qualcuno si azzardasse a comprare qualcosa nei punti ristoro interni alle sedi di gara: una bottiglia da mezzo litro d’acqua non si trova a meno di 3,50 euro mentre una coppetta di gelato microscopica costa addirittura un euro di più. Se fino a qui si può sempre dare la croce ai privati, i servizi offerti dall’organizzazione non sono certo esenti da critiche. L’accesso agli eventi, visto l’allarme terrorismo, è lento e con indicazioni poco chiare. I trasferimenti dal villaggio olimpico ai siti di gara sono lentissimi, visto l’infernale traffico parigino, tanto da costringere qualche atleta ad usare i mezzi pubblici, rimanendo in piedi per un’ora e mezza prima di gareggiare.

Parigi 2024 media center

I giornalisti presenti lamentano a gran voce delle inefficienze delle navette per la stampa mentre il cavernoso centro stampa a Porte Maillot è stato definito come “poco accogliente”. Molti, a partire dalla delegazione britannica, hanno preferito abbandonare le sistemazioni alberghiere consigliate dall’organizzazione. Qual è il problema? Non solo sono molto care, ma si trovano in quartieri ad alto rischio, nei quali la polizia non entra neanche per sbaglio.

Inquinamento, Paltrinieri furibondo

Una volta, la Senna era considerata il mare di Parigi ed i cittadini adoravano fare il bagno o semplicemente rilassarsi sulle sue rive. Le spiagge urbane sono tornate da qualche anno ma la qualità dell’acqua del fiume una volta d’argento è tornata sotto i riflettori. Nonostante il miliardo e 400 milioni di euro spesi dall’ineffabile sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che lo scorso mese si era tuffata nel fiume immortalata da un mare di telecamere, immergersi nella Senna può costarvi la salute. Gregorio Paltrinieri, che nel fiume dovrebbe gareggiare nella 10 km di fondo, ha un diavolo per capello.

gregorio paltrinieri

Sono molto preoccupato, non si può organizzare una gara così importante in una location che non ci viene permesso di testare. Probabilmente c’è freddo e ci sono delle correnti. E poi è quasi certo che non ci siano le condizioni igieniche per nuotare. Ma sono quasi sicuro che gareggeremo nella Senna, hanno investito troppo per poter tornare indietro”. Leonie Beck, che si allena con il nuotatore romano, è ancora più tagliente: Non sappiamo ancora dove e quando nuoteremo, questi non sono i campionati regionali, sono i Giochi Olimpici. Abbiamo diritto di avere delle certezze!”.

Una gaffe dietro l’altra

Durante un evento complicato e mastodontico come le Olimpiadi gli errori capitano ma la litania di gaffe inanellate dall’organizzazione transalpina è già ben oltre i livelli di guardia. Già nella cerimonia d’apertura si era chiamato per due volte “democratica” la Repubblica di Corea, ovvero il nome del regime comunista del Nord, con il quale la Corea del Sud è tuttora in guerra ma le proteste feroci del governo di Seul non sono servite a molto. Nel secondo giorno di gare, infatti, prima della partita tra Sud Sudan e Porto Rico nel torneo di basket, è stato suonato l’inno del Sudan, regime islamista dal quale il giovanissimo paese si è separato dopo una cruentissima guerra civile nel 2011. D’altro canto, quando inizi innalzando la bandiera olimpica alla rovescia, è fin troppo facile passare dalla padella nella brace.

Parigi 2024 skateboard

Poteva forse mancare una bella dose di polemiche geopolitiche? Figuriamoci. Il presidente del comitato olimpico palestinese ha annunciato che gli atleti non stringeranno la mano a quelli israeliani. Non è un consiglio ma un diktat:Non stringerò la mano a chi non lo farà, è una questione di principio”, gli atleti israeliani sarebbero “criminali”. Le disavventure raccontate da parecchi atleti stanno arrivando a livelli comici insuperabili: quando l’autobus della squadra canadese si è rotto in pieno centro, gli atleti canadesi hanno preso i propri skateboard per recarsi al parco dove si tengono le gare. Una volta arrivati sono rimasti di sasso: il parco urbano de La Concorde è già giudicato impraticabile.

Parigi 2024 cerimonia Israele

Eco-follie e mense da incubo

Quando la squadra britannica è costretta a chiamare cuochi da Londra piuttosto che mangiare la sbobba servita alla mensa olimpica, siamo ben oltre il teatro dell’assurdo. Gli allenatori di Team Gb hanno gridato al sabotaggio quando molti atleti si sono lamentati della “scarsa varietà del cibo”, della carne “servita cruda” e delle lunghe file per sedersi al tavolo. Meglio cercare un ristorante vicino che aspettare ore, come successo all’azzurro Nicolò Martinenghi. Prima di vincere il primo oro italiano nei 100 rana, il nuotatore aveva detto che “per mangiare ho impiegato un’ora e mezza. Lo spazio è grande, ma il banco non è enorme, se vuoi, chessò, uno spiedino di carne devi aspettare venticinque minuti. Poi ha piovuto tanto, e mezzo villaggio ha le piastrelle delle camere alzate”.

Parigi 2024 Martinenghi selfie

Le camere del villaggio olimpico, progettato all’insegna dell’ecologismo più becero, sarebbero roba da far invidia alle celle della Bastiglia. A parte i criticatissimi letti di cartone inventati a Tokyo per evitare che gli atleti “fraternizzassero” tra di loro, i materassi di plastica riciclata sono tanto scomodi quanto rumorosi. Ciliegina sulla torta? Al grido di “emissioni zero”, niente aria condizionata nelle stanze. Fino a quando piove e fa quasi freddo, tutto bene ma se la canicule dovesse tornare ad imporsi, sarebbero dolori.

Alla fine i condizionatori portatili comprati in fretta e furia da quasi tutte le delegazioni, faranno aumentare alle stelle anche i consumi. Complimenti, cugini: onestamente non sarebbe stato facile fare di peggio

Parigi 2024 Scholz mensa olimpica

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