In Australia La premier di ferro

Vola nei sondaggi Julia «la rossa». Più 5 per cento in sette giorni. Tutto merito di quei quindici minuti al vetriolo che l'hanno resa la nuova eroina mondiale delle pari opportunità. La vendicatrice delle donne. Addirittura l'ispiratrice di un aggiornamento dell'autorevole Macquarie, il dizionario australiano che da qualche giorno alla voce «misoginia» non contempla più solo «l'odio per le donne» ma ha aggiunto anche «il pregiudizio radicato» contro l'universo femminile.
Julia Gillard, primo ministro australiano, laburista, da qualche settimana è la neofemminista che nessuna femminista avrebbe mai immaginato. Cinquantuno anni, l'aspetto di una signora molto normale, molto distinta ma anche molto risoluta. Più della sua elezione, che due anni fa le regalò il titolo di primo capo del governo donna nella storia dell'Australia, ha potuto il discorso pronunciato in Parlamento contro l'avversario Tony Abbott, leader dei liberali. Un'arringa visionata da oltre due milioni di persone su Youtube, nata in risposta alla volontà dell'opposizione di licenziare lo Speaker della Camera, l'indipendente Peter Slipper, accusato di molestie sessuali, sul banco degli imputati per gli sms di rozza ironia sull'organo genitale femminile destinati alla conquista di un ex collaboratore gay.
«Non accetto lezioni di sessismo e di misoginia da quest'uomo - ha detto la premier all'avversario Abbott, col tono di una Thatcher dei giorni nostri - Se vuole vedere che volto ha la misoginia nell'Australia di oggi, questo leader dell'opposizione non ha bisogno di una mozione alla Camera dei deputati, gli serve uno specchio». Poi giù con una sfilza di dichiarazioni maschiliste e circostanze imbarazzanti in cui «la rossa» ricorda al capo dei conservatori tutte le volte in cui l'odio di lui per le donne si è palesato agli occhi di lei e degli australiani (un esempio fra tutti, i manifesti che nei comizi invocavano «ditch the witch», «seppellisci la strega»).
Quindici minuti memorabili. Di fronte alla lady «rossa» il leader dell'opposizione bastonato, incredulo, addirittura umiliato. Al suo fianco - nella grande piazza virtuale che è il web - le dame di mezzo mondo «vendicate». Risarcite al punto che molti supporter di Obama hanno invitato il presidente a rubare a Julia argomenti e tempra contro il «misogino» Romney.

Risultato: i consensi personali per la rossa sono saliti al 47%, più 5% in sette giorni, il massimo che un leader possa sperare in un tempo così breve, dicono i sondaggisti. E il paradosso che a regalare il successo a Julia Gillard sia stata la difesa di un sospetto molestatore.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica