Brasile, muore 18enne investito durante una manifestazione

In migliaia in piazza per quella che è la più grande protesta degli ultimi vent'anni. Aumenta la tensione e qualcuno parla già di stop per la competizione. Due vittime

Brasile, muore 18enne investito durante una manifestazione

Non si placano in Brasile le proteste contro il governo e contro le spese eccessive per l'organizzazione della Confederations Cup e dei Mondiali di calcio del 2014. Oltre un milione di persone si sono riversate nelle piazze delle città. I cortei, per lo più pacifici, sono in alcuni casi degenerati in violenze. La tensione è sempre più alta: nel pomeriggio due ministeri sono stati evacuati per un allarme bomba. E arriva anche la prima vittima: a Riberirao Preto un 18enne è morto dopo essere stato investito da un'automobile. Il conducente stava cercando di disperdere un gruppo di persone che aveva sbarrato la strada forzando il blocco con la propria vettura, uccidendo però il giovane.

Inoltre, una seconda persona è morta nella proteste sociali che negli ultimi giorni hanno scosso il Brasile. Lo hanno indicato le autorità, che hanno chiarito che è stato un infarto a provocare questa seconda vittima. Si tratta di una donna, di 54 anni, che ha perso la vita ieri a Belem do Para (Amazzonia) per una crisi cardiaca dopo l’esplosione di un gas lacrimogeno.

Si fanno inoltre sempre più insistenti le voci di uno stop alla Confederations Cup, alla vigilia di Italia-Brasile. Secondo i media locali, qualche squadra starebbe pensando al ritiro. Non gli azzurri, assicura Demetrio Albertini, vicepresidente Figc: "Siamo dispiaciuti per quello che sta accadendo, ma la nostra sicurezza è garantita con grande professionalità, e noi siamo tranquilli. Che vogliamo ritirarci è una totale invenzione". Anche la Fifa, però, smentisce una possibile sospensione della competizione: "Condanniamo la violenza. E abbiamo totale fiducia nelle autorità brasiliane, con le quali siamo in contatto continuo".

A Rio de Janeiro le proteste contano più di 300mila persone. Violenti gli scontri con le forze dell’ordine scoppiati davanti alla sede del municipio: li agenti hanno lanciato gas lacrimogeni ed hanno sparato proiettili di gomma, ferendo almeno 62 persone, tra cui un giornalista della Tv Globo. Stesse scene a Brasilia, dove un gruppo di manifestanti ha preso d'assalto la sede del Ministero degli Esteri. Un gruppo di persone è riuscito anche a rompere i vetri di una porta d'ingresso, ma la polizia è riuscita a impedire che entrassero nell'edificio. Scontri anche a Salvador de Bahia e Vitoria, dove la polziai è intervenuta con gas lacrimogeni davanti alla sede del tribunale. A Belem e Campinas, gruppi di manifestanti hanno lanciato pietre contro le forze dell’ordine e infranto i vetri delle finestre delle sedi municipali. La polizia ha reagito con gas lacrimogeni e proiettili contundenti: almeno sette persone sono rimaste ferite, tra cui due poliziotti e un giornalista.

Si tratta di una delle più grandi proteste degli ultimi venti anni. Il presidente del Paese, Dilma Roussef - che nei giorni scorsi ha ammesso la legittimità delle manifestazioni pacifiche - ha convocato d’urgenza un vertice del governo.

Il Partito dei Lavoratori facente capo a Rousseff, e al predecessore Luiz Inacio ’Lulà da Silva, ha esortato nel frattempo i militanti ad appoggiare le
proteste, ma a titolo precauzionale la stessa Rousseff ha deciso di rinviare a data da destinarsi la prevista visita ufficiale in Giappone, dove si sarebbe
dovuta recare dal 26 al 28 giugno prossimi.

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