"Che tragedia questa Francia". E con Londra è gara d'insulti

Un articolo stronca l'esperienza disastrosa della presidenza Hollande: "I francesi odiano capitalismo e successo". Replica dell'ambasciata: la sanità inglese è un flop

"Che tragedia questa Francia". E con Londra è gara d'insulti

L'esperienza socialista in Francia? «Una tragedia». La sanità nel Regno Unito? «Una sofferenza». Parigi e Londra tornano sul ring e a riaccendere la miccia è l'articolo di un osservatore privilegiato: Allister Heath, 33 anni, direttore di City AM, quotidiano economico distribuito gratis a Londra, che con le sue centomila copie al giorno è diventato una voce influente tra i businessmen della capitale inglese. Nato e cresciuto in Francia, Heath si è lanciato la settimana scorsa - era il 7 gennaio, tre giorni prima dell'esplosione del Sexgate parigino - in un'analisi sullo stato della Francia all'ombra del governo socialista di François Hollande. Il risultato? Impietoso. «Mentre in molti altri Paesi la ripresa è forte, la Francia sta affondando di nuovo». Le ragioni? «Uno Stato opprimente, livelli di tassazione orrendamente alti, regolamentazioni folli, quote assurde di inefficiente spesa pubblica e un odio generalizzato per il commercio, il capitalismo, il successo e il duro lavoro». Quanto basta per far sobbalzare sulla sedia i francesi e scatenare appena tre giorni dopo una secca replica dell'ambasciata di Francia a Londra che, in dieci punti, tenta di demolire le considerazioni del giornalista, definite «un mix ideologico di pregiudizio ed errori» nei confronti - ed ecco una prima frecciata - della «quinta potenza del mondo e seconda in Europa» dopo la Germania. «La Francia certo non odia il capitalismo o i capitalisti - scrive l'ambasciata - altrimenti Xavier Niel, il miliardario delle telecomunicazioni e tycoon dei media, per citarne solo uno, non avrebbe mai avuto la possibilità di accumulare una fortuna che supera quella di Richard Branson», il tycoon inglese fondatore della Virgin (ed ecco un'altra stangata). Poi ancora, a proposito della spesa pubblica, i francesi ricordano di essere al top della classifica dell'Organizzazione mondiale della Sanità per i loro ospedali mentre definiscono perfidamente «sofferente» l'Nhs, il servizio sanitario pubblico inglese. Il clima a questo punto si surriscalda. Da Londra, il ministro della Sanità Jeremy Hunt denuncia sul Telegraph il «linguaggio poco diplomatico» dell'ambasciata e replica in puro stile british: «Saremo forse di fronte a una rude concorrenza dei francesi su vino e formaggio, ma non è senza ragione che la nostra Sanità ci rende orgogliosi di essere inglesi». Il deputato conservatore Jacob Rees-Mogg stigmatizza sul Times «l'ipersensibilità inappropriata» dei vicini e l'Huffington Post parla di reazione «eccentrica e indegna».
Pochi giorni e i rapporti tra Francia e Gran Bretagna sembrano tornati all'anno zero. Scintille che ricordano il braccio di ferro tra François Hollande e David Cameron nella battaglia per aggiudicarsi «i ricchi» di Francia, una lotta espressione di due visioni del mondo e dello Stato opposte: liberalismo estremo da una parte e socialismo statalista dall'altra. Allora - era l'estate 2012 - il premier inglese annunciò di voler «stendere un tappeto rosso» ai francesi come Gérard Depardieu pronti a trasferirsi a Londra per sfuggire alla super-tassa del neo-eletto presidente socialista (l'aliquota al 75% sui Paperoni, poi bocciata dalla Corte Costituzionale e ora reintrodotta a carico delle aziende). Parigi replicò seccata per bocca del ministro per gli Affari europei: «Un tappeto rosso attraveso la Manica? Rischia di affondare».
Poi la marea si è placata, grazie alla convergenza bellica: la collaborazione in Libia e quella in Mali sembravano aver rilanciato l'entente cordiale. Ma il clamoroso «no» del Parlamento inglese all'attacco in Siria ha infine portato Hollande - rivelazioni del Canard Enchainé - a definire Cameron «un dilettante» per l'umiliazione subita a Westminster. Insulti e ripicche, che già si erano scambiati Tony Blair e Jacques Chirac. «Demagogo e ipocrita» disse il premier inglese al presidente. «Arrogante come la Thatcher ma più egoista» lo insultò l'altro ai tempi delle grandi battaglie sull'Europa e della storica rottura sull'Irak. Alle spalle secoli di rivalità e antipatie reciproche. Le ultime scintille per il Sexgate di Hollande, con la stampa inglese allibita per la «deferenza» dei colleghi francesi sulle scappatelle del presidente.

Ieri un'altra puntata della sfida: Londra ha battuto Parigi ed è diventata la città più visitata al mondo. La rivincita di Shakespeare, che della Francia diceva: «È un posto da cani». Uno schiaffo a Napoleone che della Gran Bretagna affermava: «Una nazione di negozianti».

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