Costa Azzurra, supertassa Hollande sulle case

La gauche non perdona. Da gennaio imposta fino al 6% sulla vendita delle seconde case in aree di prestigio

Costa Azzurra, supertassa Hollande sulle case

Casa amara casa. È un sacco di carbone quello che Hollande «Robin Hood» vuole consegnare ai ricchi di Francia alla vigilia di Natale. La gauche sta sondando la strada più remunerativa per riportare 200 milioni di euro l'anno nella casse dello Stato e dirottarli verso l'edilizia popolare. Le proposte sul piatto sono molteplici, si inseguono da giorni, vengono annunciate e smentite nell'arco di poche ore. Ma seguono la linea guida che sta caratterizzando l'era Hollande: colpire chi ha di più per dare a chi ha di meno. Dopo un grande clamore mediatico, la maggioranza socialista ha deciso di introdurre una supertassa sulle plusvalenze dalla vendita di seconde case, non dopo aver fatto cadere una delle proposte più controverse, finita ieri sulla prima pagina del Figaro provocando parecchi mal di pancia nel mercato immobiliare. Di mezzo c'era l'idea - da tradurre in un emendamento alla prossima Finanziaria - di alzare al 5% le tasse sulle seconde abitazioni nelle zone più quotate di Francia, dalla Costa Azzurra alla Manica, da Parigi a Lione.

L'imposta era già stata ribattezzata «tassa week end» per le sue ovvie conseguenze sui milionari proprietari delle lussuose ville, ideali per distrarsi il fine settimana. Ma è stata subito rivolta. Con l'Ump che ha puntato il dito sulla «frenesia tassatrice della sinistra». E il mondo immobiliare all'attacco: «Misure funeste in un mercato che è già in difficoltà», lamentava Bernard Cadeau, presidente di Orpi, l'organizzazione principale dei professionisti del settore, una della tante voci che ha costretto la gauche ad ammettere, facendo marcia indietro, che l'imposta fosse «un po' controproducente in un momento in cui ci sono diverse questioni aperte sul finanziamento degli alloggi in generale». Caduta l'idea della supertassa sulla seconda casa, i professionisti del settore sono pronti a indirizzare le proprie ire sull'altra idea anti-ricchi del governo Ayrault, quella rimasta in piedi dopo un giro di annunci e giravolte e oggetto di un emendamento passato ieri in Assemblea. Cioè l'introduzione di una serie di sovratasse sulle plusvalenze immobiliari derivate dalla vendita di case (escluse le «residenze principali») che si trovano nelle aree più gettonate di Francia e saranno colpite già da gennaio del nuovo anno.

Come? A partire dal 2% per le plusvalenze da 50mila euro, con un aumento di un punto percentuale per ogni tranche da 50mila fino ad arrivare a una supertassa del 6% per le pluslavenze che superano i 250mila euro. «Provvedimenti che uccideranno il mercato», tuona il presidente della Commissione Finanze dell'Ump all'opposizione, Gilles Carrez. Supportato dal mondo immobiliare: «In Dordogna (sud-ovest della Francia) o nella Creuse (centro), le vendite delle seconde case sono già crollate del 35-40% in un anno», insiste irritato Cadeau. A cui fa eco il presidente della Fnaim, altro colosso dell'immobiliare: «Misure prese così precipitosamente rischiano di bloccare il mercato immobiliare. In un anno abbiamo avuto tre cambiamenti sulla tassazione delle plusvalenze». Col risultato che gli investitori stranieri e i proprietari francesi rischiano di scappare dalla Francia. «I nostri clienti ci domandano preoccupati di queste misure fiscali che giudicano confiscatorie». E tra loro ci sono certamente vip e milionari di Francia notoriamente in fuga verso il Belgio, o meglio verso sperduti paesini al confine, molto vicini alla Francia ma soggetti alla tassazione belga. Come è accaduto a Gérard Depardieu, che ha comprato casa a Néchin, minuscolo villaggio a pochi chilometri dalla frontiera nord-orientale della Francia e divenuto paradiso fiscale di molti concittadini.

Col paradosso che un lettore infuriato del Figaro, dal familiare nome Giorgio, scrive al giornale dando ai governanti francesi degli «idioti» e annuncia indispettito: «Volevo costruire in Francia, fermo tutto per andare in Italia». Bonne chance...

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