Detroit, culla dell’industria automobilistica statunitense con un debito di 18,5 miliardi di dollari, ha dichiarato fallimento in tribunale. Ad annunciarlo è stato il governatore dello stato del Michigan, Rick Snyder. La "Motor City", il simbolo Usa dell’auto sede delle tre grandi case a stelle e strisce (Gm, Ford e Chrysler) non ce l’ha fatta a risanare i conti.
La richiesta al giudice federale di accedere al Chapter 9 - che regola la bancarotta delle municipalità che possono chiedere assistenza per ristrutturare i propri debiti - è stata avanzata dal commissario straordinario di Detroit, Kevyn Orr, che ha dichiarato lo stato di insolvenza della città. Se riceverà l’ok, la domanda permetterà al commissario straordinario di liquidare gli asset della città per soddisfare i creditori.
A pesare c’è stata una cattiva gestione delle finanze pubbliche dovuta alla corruzione politica. Ma anche il duro colpo subito dal mercato immobiliare e l’enorme calo della popolazione legato alla crisi economica che ha penalizzato anche il mercato dell’auto e l’immenso indotto.
Il presidente Barack Obama segue attentamente assieme ai suoi stretti consiglieri la situazione a Detroit, ha detto
una portavoce della Casa Bianca, Amy Brundage, aggiungendo che l’amministrazione rimane impegnata a lavorare per far sì che Detroit ritorni a crescere e "mantenga il suo status a livello delle più grandi città americane".
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