La disperazione di Israele: "I tre ragazzi rapiti da Hamas"

Corsa contro il tempo per trovarli. Arresti nelle notte, tv e radio scatenati Netanyahu accusa i palestinesi. E la folla va in piazza a piangere e pregare

La disperazione di Israele: "I tre ragazzi rapiti da Hamas"

Rachel Frenkel esce dalla porta di casa nel villaggio di Nof Ayalon. Suo figlio Naftali, 16 anni, uno studente della scuola religiosa Machor Chaim, è stato rapito mentre tornava a casa. Sono tre giorni che non se ne sa più niente, né di lui né del suo compagno di scuola Gilad Sha 'ar, anche lui un sedicenne dalle guance lisce, né di Eyal Yfrach, di 19 anni. Sono saliti su un'auto per avere un passaggio, nella notte. La polizia ha ricevuto una chiamata forse da uno di loro, ma imperdonabilmente, si direbbe, ha avvertito l'esercito solo di mattina.

Rachel cerca di nascondere con un pò di make up i segni di pianto sulla faccia, e parla per la prima volta ai giornalisti piantando in faccia a tutti un sorriso invincibile, come sanno fare le persone che credono in una giustizia superiore: «Noi speriamo - ripete - vi inviteremo a gioire con noi per il ritorno di Naftali, noi e i suoi sei fratelli lo amiamo tanto, Naftali, ci senti? Le preghiere ci aiuteranno, pregate, e grazie ai giornalisti che ci aspettate sotto il sole, grazie, soldati che muovete ogni pietra, a tutta Israele che ci si stringe intorno...». Rachel sorride ancora, poi lei come le madri degli altri due ragazzi ripone dentro casa l'ansia infinita.

Vengono tutti i politici, a turno, Netanyhau aggiorna al telefono le famiglie: «Ora siamo sicuri che si tratta di Hamas». Si, ma in che stato sono i ragazzi, dopo tre giorni? Sul vortice di un Israele nel caos si leva l'enorme senso di solidarietà che stringe il piccolo Paese insieme nei momenti di difficoltà. Una gran folla mista, sia a Tel Aviv in piazza Rabin che al Muro del pianto a Gerusalemme, decine di migliaia di persone solidarizzano, pregano.

Nei territori palestinesi, durante la notte, sono state fermate circa 100 persone, tutte di Hamas, anche notabili famosi come Hassan Yussuf. Abu Mazen ha appena stretto il suo patto per un governo con l'organizzazione terrorista ed è in difficoltà: Israele ripete che la vera responsabile va all'Autorità Palestinese, che non ha mai condannato la violenza e i rapimenti per liberare i prigionieri, anzi, si è congratulata, e ha accolto con feste i palestinesi scambiati. Hamas, da parte sua, cerca il consenso sulla linea dura. Soliti paradossi: la moglie di Abu Mazen è ricoverata per cure a un ginocchio all'ospedale israeliano Assuta, e suo marito non condanna il rapimento. In più, il capo di Hamas, Ismail Hanije, non può dirgli niente perché anche sua figlia poco fa è stata curata in Israele.

Verso Hebron, fra pietre e ulivi forse da qualche parte sono prigionieri i ragazzini. Alla loro scuola non si studia, si piange, si parla, i maestri supplicano i ragazzi di non fare l'autostop. Ma alle «trampiade», i punti di raccolta dove i ragazzi cercano passaggi, sono sempre affollati: una macchina si accosta, il ragazzo butta un'occhiata dentro, magari i rapitori sono travestiti da ebrei religiosi, parlano ebraico. Monti, ti ritrovi una pistola puntata.

Lo Shin Beth fruga in ogni informazione: qualche personaggio non si vede da un paio di giorni, ha comprato cibo o oggetti inconsueti... Nel Gush Etzion, in gruppi sotto il sole i soldati calpestano sentieri di polvere nelle vallate, cercano nelle grotte, frugano Hevron, Dura, Yatta... Le radio e le tv restano in diretta, i commentatori impazzano, i cronisti fanno a gara. Ma i ragazzini non si trovano.

L'accordo Abu Mazen-Hamas ha portato subito a una crescita del terrorismo: Hamas cerca il consenso che hai quando sai tirare fuori dalle carceri i prigionieri, la violenza e l'omicidio sono mezzi consueti. Negli ultimi 18 mesi più di 30 tentativi di rapimento sono stati bloccati. Ma tanti sono riusciti.

Oltre ai più famosi (Shalit, Regev e Goldwasser, Nachshon Wachsmann) da ricordiamo solo Tamar Hazan, 20 anni, un soldato attirato in un villaggio e ucciso, e Elyahu Osri, di sedici anni, rapito alla «trampiada» e ucciso. L'orologio ticchetta, arriva un'altra notte.

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