Egitto, Mubarak all'ergastolo. Colpito da una crisi cardiaca mentre viene portato in cella

L’ex rais egiziano condannato all’ergastolo per avere ordinato di sparare sui manifestanti durante la rivoluzione. In migliaia in piazza Tahrir

Egitto, Mubarak all'ergastolo. Colpito da una crisi cardiaca mentre viene portato in cella

Dopo dieci mesi si è concluso con una sentenza di ergastolo per l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak e il suo ex ministro degli Interni Habib al-Adly quello che da molti è stato considerato il processo del secolo. Il primo a carico di un capo di Stato caduto per gli effetti della Primavera araba in cui l’imputato era presente in aula. Un procedimento caratterizzato da scontri giudiziari, testimonianze di alto profilo e potenziali capri espiatori. Trasferito subito in carcere Mubarak si è più volte rifiutato di scendere dall’elicottero e, una volta giunto nel penitenziario di Tora, è stato colto da una crisi cardiaca ed è stato portato nell'ospedale della prigione.

La Corte d'assise del Cairo ha stabilito il non luogo a procedere per abuso di potere e corruzione nei confronti dell’ex rais egiziano Hosni Mubarak e dei suoi due figli Gamal el Ala dal momento che i reati contestati risalgono a oltre dieci anni fa. Subito dopo è scoppiata una rissa all'interno dell'aula bunker dell’Accademia di polizia. Gli avvocati dell’accusa sono saliti sui tavoli del tribunale scandendo gli slogan "Fuori, fuori!" e "Il popolo vuole che la magistratura sia ripulita!". Il processo ha registrato oltre 1.600 testimonianze, in gran parte poliziotti e testimoni oculari della rivolta che hanno ricostruito l’incontro tra Adly e un suo stretto collaboratore in cui il ministro degli Interni avrebbe ordinato di usare più forza possibile contro i manifestanti. Altri testimoni hammo, invece, riferito della distribuzione di armi alla polizia prima che manifestanti fossero uccisi. Poche informazioni sono invece arrivate dalle testimonanze di alto livello, ovvero dal capo del Consiglio supremo delle Forze Armate Hussein Tantawi, del capo di Stato Maggiore Sami Anan, dell’ex capo dell’Intelligence Omar Suleiman e dell’ex ministro degli Interni Mansour Essawy che spesso hanno dichiarato di non poter rispondere alle domande.

Il procuratore generale, che ha chiesto la condanna a morte per Mubarak, si è basato soprattutto sulle testimonianze degli ufficiali piuttosto che su prove concrete che provassero come gli ordini di sparare venissero dall’ex raìs. Per questo la difesa di Mubarak, guidata da Farid al-Deeb, ha sostenuto che le prove contro di lui non sono sufficienti per provare l’accusa. Deeb ha anche sostenuto che Mubarak è ancora il presidente dell’Egitto e per questo non può essere processato. In un’altra occasione Deeb ha detto che siccome Mubarak è un ex militare deve essere processato in un tribunale mlitare.

E il popolo egiziano si è riversato in strada contro l'esito del processo.

Piazza Tahrir a Il Cairo, il simbolo della rivolta contro Mubarak è stata invasa da oltre 10mila manifestanti. Le proteste si sono scatenate soprattutto per l'assoluzione di sei generali e contro i generali al potere guidati dall'ex ministro della Difesa.

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