Il compito non è dei più semplici. La magistratura egiziana è a caccia dell'uomo disposto a condurre il processo d'appello contro l'ex rais Hosni Mubarak, i due figli e l'ex ministro dell'Interno Habib el Adly.
A dare retta alla stampa egiziana, finora i tentativi dei magistrati sono stati infruttuosi. Dopo la rinuncia di Mustafa Hassan Abdallah, che ha lasciato l'incarico sabato, appena iniziata la prima sentenza del processo di appello, sette giudici diversi hanno declinato l'invito.
Processare Mubarak fa paura. Le scuse addotte dai magistrati sono state le più varie. Qualcuno ha detto di essere ormai prossimo alla pensione, altri hanno chiesto invece qualche garanzia. Il primo giudice era stato duramente criticato dagli avvocati dell'accusa, che gli contestavano l'assoluzione dei mandanti della "battaglia dei cammelli", episodio di grande violenza accaduto durante la rivoluzione egiziana. In quell'occasione un gruppo di sostenitori di Mubarak aveva attaccato i manifestanti raccolti in piazza Tahrir, il luogo icona della "primavera" del Cairo, lasciando dietro di sè alcuni morti e centinaia di feriti.
Se Abdallah aveva ammesso sabato di essere "a disagio" all'idea di continuare il processo, non da meno sembrano i suoi colleghi.
Nel frattempo il legale dell'ex rais ha chiesto e ottenuto per Mubarak la scarcerazione, sulla base della scadenza dei termini - due anni secondo la legge egiziana -. Resterà comunque in carcere per l'accusa di malversazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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