Gli egiziani continuano a riporre fiducia nella svolta innescata dai militari e confermano, con il loro voto, la strada intrapresa. Nel referendum sulla nuova costituzione i sì vincono a valanga. È una grande vittoria del generale Abdel Fatah Sisi, vicepremier e ministro della Difesa e, soprattutto, capo delle Forze Armate. È lui l'uomo forte egiziano, lo stesso che il deposto presidente Mohamed Morsi volle a capo del Consiglio supremo militare al posto del maresciallo Hussein Tantawi, per quasi 20 anni leader incontrastato dei militari. Il risultato potrebbe spingere Sisi a presentare la propria candidatura alla presidenza. La prossima tappa della road map indicata dal governo provvisorio prevede infatti l’indizione di nuove elezioni presidenziali, previste entro l’estate. La Commissione elettorale ha annunciato, dopo il conteggio del 60% delle schede, che 18.533.483 di persone hanno votato a favore della nuova Carta costituzionale, a fronte di appena 369.181 no. L’affluenza alle urne pari a circa il 55% ha superato oltre il 90% delle preferenze. Ma è guerra di numeri: l’affluenza al Cairo precipita al 27,7%: lo dice al Ahram citando dati ufficiali rivisti al ribasso. Nel 2012, quando si votò per il testo costituzionale varato da Morsi, la partecipazione fu del 33.54%. Ma il governatore Galal el Said, citato dall’agenzia di Stato Mena smentisce: la partecipazione è stata del 42%. Se venissero confermati i dati di al Ahram, la vittoria dei sì, attestata al 98%, sarebbe molto ridimensionata da una affluenza risicata. I risultati ufficiali sono previsti per sabato. Il portavoce della commissione elettorale, Hisham Mokhtar, ha spiegato che "non annunceremo i risultati finali prima di aver effettuato anche il riconteggio delle schede e una serie di controlli onde evitare che ci siano stati voti ripetuti o violazioni. Subito dopo trasmetteremo i risultati alla procura come prevede la legge".
I sì alla nuova Costituzione hanno prevalso anche a Al Adwa, nel Delta del Nilo, villaggio natale di Morsi. Lo affermano i media egiziani, che tuttavia non forniscono cifre sull’affluenza nella cittadina. Nel governatorato del Mar Rosso invece, afferma la tv privata al Hayat, i «risultati finali» indicano una partecipazione più bassa della media, pari al 43,9%: anche qui vittoria senza sorprese dei sì con il 97,2% (104.097 votanti).
Amr Moussa, il capo della commissione dei cinquanta membri, si è detto convinto che il generale Sissi si candiderà alle presidenziali. In un’intervista al quotidiano "Asharq al Awsat", Moussa ha affermato che "il capo delle forze armate sta valutando
questa decisione. L’importante è che la decisione venga presa ascoltando quanto accade all’interno del paese e non dipenda da quanto avviene all’esterno". Secondo l’ex segretario della Lega Araba "abbiamo bisogno di una personalità che goda del sostegno popolare e sulla quale possiamo investire". A suo giudizio "il prossimo scenario naturale sarà quello di el Sissi candidato come civile e non come militare alle presidenziali ma per fare questo deve lasciare il suo ruolo nell’esercito".
Sono 444 i militanti dei Fratelli Musulmani arrestati in Egitto durante i due giorni nei quali si è svolto il referendum. Lo ha annunciato il ministero dell’Interno del Cairo, stando a quanto riportato dal sito web del quotidiano Al Ahram. In una nota le autorità egiziane hanno accusato gli attivisti anti-referendum di aver tentato di bloccare con la violenza le operazioni di voto. Le forze di sicurezza, infatti, hanno sequestrato armi automatiche e molotov. Martedì nove persone sono morte negli scontri in tutto il paese tra gli agenti e i Fratelli Musulmani.
Oggi violenti scontri all’università del Cairo tra polizia e attivisti pro-Morsi: il bilancio è di uno studente ucciso e decine di feriti, alcuni gravi. Si registrano violenze anche nelle università di Alessandria e Assiut.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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