Film anti-Islam, continuano le proteste in tutto il mondo islamico

Dal Medio oriente all'Indonesia, ambasciate Usa sotto attacco. Erdogan: "L'islamofobia sia dichiarata crimine contro l'umanità"

Film anti-Islam, continuano le proteste in tutto il mondo islamico

Dall'Afghanistan all'Indonesia, dal Pakistan al Sudan. Le proteste e le manifestazioni contro il film "The Innocence of muslims" continuano senza sosta, nonostante Google abbia deciso di bloccare la visione del trailer in molti Paesi. Ormai le vittime sono salite a 17. Il premier turco Recep Tayyip Erdogan vuol proporre all'Onu di proclamare "l'islamofobia" come "crimine contro l’umanità".

Polizia irrompe in una moschea di Tunisi

Le forze dell'ordine tunisine sono sulle tracce dello sceicco salafita Abou Iyadh, tra i responsabili degli incidenti davanti all'ambasciata Usa di venerdì. Circondata, con grande dispiegamento di uomini e automezzi, la moschea di Al Fath dove si sarebbe rifugiato e dove, dopo la preghiera del pomeriggio, ha tenuto sermone. La polizia nel pomeriggio è entrata nella moschea, ma non ha trovato traccia dello sceicco. Intanto, mentre ieri un centinaio di cittadini statunitensi ha lasciato Tunisi, la sede diplomatica americana ha riaperto questa mattina i propri uffici, come ha annunciato lo stesso ambasciatore, Jacob Walles. Bisognerà aspettare ancora invece per la riapertura della scuola americana di L’Aouina, che oltre ai danni provocati dai salafiti, è stata anche saccheggiata di parte del materiale didattico. Walles ha detto che chi ha attaccato l’ambasciata fa parte di "una minoranza che vuole distruggere le relazioni tra Tunisia e America".

In migliaia in piazza a Kabul

Più di mille afgani protestano a Kabul, dando alle fiamme auto e magazzini. Due auto sono state incendiate a Jalalabad road, dove si trovano le basi militari della Nato e degli Stati Uniti. Uomini armati sparsi tra la folla hanno aperto il fuoco contro gli agenti, ma nessuno è stato ferito. "Non abbiamo risposto al fuoco e non lo faremo", ha assicurato la polizia.

In Libano Hezbollah invitano a manifestare

Il leader del movimento sciita di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha invitato la popolazione a manifestare: "Dovete mostrare al mondo intero la vostra rabbia e la vostra collera, lunedì e i giorni che seguiranno". Alla manifestazione di Beirut ha partecipato lo stesso leader sciita. Cortei sono previsti mercoledì a Tiro, venerdì a Baalbeck, sabato a Bent Jbeil in Libano meridionale e domenica nella Valle di Bekaa. Nasrallah ha chiesto inoltre a tutti i musulmani di reagire di fronte al "peggior attacco contro l’islam, peggiore ancora dei Versi satanici, del fatto di bruciare copie del Corano in Afghanistan o le vignette del profeta Maometto pubblicate da un quotidiano danese".

Un morto in Pakistan

Duri scontri nella notte a Karachi, la città più popolosa del Pakistan: in centinaia hanno inscenato un sit-in davanti al consolato Usa scatenando la reazione della polizia che è intervenuta con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Diversi manifestanti sono stati fermati e poi rilasciati, ma i disordini sono continuati nella notte poco lontano, dove sono state date alle fiamme delle camionette della polizia e una pompa di benzina. Una persona è morta e almeno altri 11 sono stati feriti. In mattinata, proteste anche a Peshawar dove circa mille persone sono scese in piazza per due manifestazioni diverse. La prima si è svolta senza incidenti, mentre durante la seconda, organizzata dagli studenti del partito radicale sunnita Jamaat-e-Islami, sono stati bruciati copertoni e una bandiera americana. Oggi il premier Raja Pervez Ashraf ha chiesto di bloccare YouTube per impedire la diffusione del film

Proteste in Yemen

Centinaia di studenti hanno manifestato all’università di Sana'a, lanciando un appello all’espulsione dell’ambasciatore degli Stati Uniti e al boicottaggio di tutti i prodotti americani. La manifestazione è terminata senza violenze.

Sassaiola contro l'ambasciata Usa in Indonesia

Un gruppo di manifestanti indonesiani ha lanciato sassi contro l’ambasciata Usa a Giakarta. La polizia ha risposto lanciando lacrimogeni, ma bandiere a stelle e strisce sono state date alle fiamme. Due dei manifestanti sono stati arrestati. Stamattina il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha criticato il film: "Ho comunicato il mio disappunto e la mia condanna per il film, che è una forma di insulto. Se si dovesse permettere che queste cose continuino a succedere, si scatenerebbe il conflitto in tutto il mondo".

Mauritania, boicottati Google e Twitter

La Lega degli ulema della Mauritania ha chiesto il boicottaggio di Google e Twitter, per il ruolo che hanno avuto nella diffusione del contenuto del film.

Il boicottaggio, ha detto il segretario generale della Lega, Hamden Ould Tah, eminente studioso considerato una delle maggiori personalità dell’Islam in Mauritania, deve coinvolgere tutti gli altri motori di ricerca sino a quando non saranno bloccate le immagini frutto "dell’immaginazione perversa del suo regista americano"

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