Florida, arriva l'uragano: rinviata la convention repubblicana

Slitta di un giorno l'inizio della convention repubblicana a Tampa, in Florida. Obama su Romney: "Estremista che manca di idee serie". La replica: "Da lui solo parole"

Florida, arriva l'uragano: rinviata la convention repubblicana
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Convention bagnata, convention fortunata, dirà qualcuno. Ma se invece che un semplice temporale arriva una tempesta tropicale le cose non si mettono bene. Proprio per questo, a causa dell'arrivo dai Caraibi di Isaac (classificato come uragano di categoria 2), con venti fino a 160 km/h, l’inizio dei lavori della convention repubblicana a Tampa, in Florida, slitterà di un giorno. Lo ha annunciato il presidente del Republican National Committee, Reince Priebus. I delegati si raduneranno come previsto domani, ma i lavori avranno inizio martedì pomeriggio. Sono cose che succedono... quattro anni fa la convention di St. Paul, in Minnesota, slittò di un giorno per l'arrivo di un uragano, Gustav.

Botta e risposta tra Obama e Romney

Intanto la campagna elettorale si infiamma ogni giorno di più. All'intervista di Obama nella quale il presidente definiva Romney "un estremista che manca di idee serie", aggiungendo poi che la difficoltà a fare piena luce sulle tasse pagate evidenzia che "non è pronto ad assumere le responsabilità" che un incarico come quello di presidente richiede, il candidato repubblicano ha replicato a muso duro. L'intera campagna di Obama si è appoggiata "sulla sua capacità di convincere la gente a ignorare i suoi fallimenti e ad ascoltare invece la sua retorica. Ma le persone non hanno bisogno di stare ad ascoltare le sue parole - ha affermato parlando in Ohio -. Hanno bisogno di fatti. E se analizzano ciò con attenzione, capiranno che devono destituirlo dal suo incarico per darlo a persone che faranno ottenere di nuovo qualcosa all'America". Romney si mostra come un uomo del fare, denunciando la vuota retorica di Obama. E di certo la valanga di spot con cui i repubblicani inonderanno le tv americane cercherà di rimarcare proprio questo punto.

Il ruolo dei moderati

Lo staff di Obama cerca di convincere gli elettori indecisi, che non si sentono smaccatamente di destra o di sinistra (e il cui voto, quindi, è decisivo), che Romney si è spostato su posizioni estremiste rinnegando le proprie origini moderate. L’accusa di Obama nei confronti del suo rivale è chiara. Romney, considerato troppo moderato dalla base e da buona parte dell’establishment del suo partito, alla fine ha scelto di spotarsi a destra assumendo "posizioni estreme", quelle contenute nella piattaforma della Convention: dalla ricetta per uscire dalla crisi economica alle proposte mirate solo "a favorire i più ricchi e a colpire la classe media, senza dare alcuna opportunità ai più poveri". Proseguendo poi con la delicata questione dell’aborto e dei diritti delle donne fino ai temi dell’immigrazione e dei diritti delle minoranze.

E quello dei cattolici

Quattro anni fa Obama conquistò la maggior parte dei voti dei cattolici. Accadrà lo stesso il 6 novembre? Staremo a vedere. Di certo la presenza alla convention repubblicana di Tim Dolan, cardinale di New York e presidente della Conferenza Episcopale americana, sembra un segnale di forte cambiamento. Anche se l'alto prelato ha negato che la sua presenza a Tampa equivalga a un sostegno vero e proprio.

Romney, tra l'altro, avendo scelto come suo numero due un altro cattolico, il giovane deputato del Wisconsin, Paul Ryan, spera di poter fare breccia in quella importante fetta di elettorato, che probabilmente non ha gradito molto le ultime mosse di Obama sull'aborto e la contraccezione (a spese dei contribuenti) e l'apertura alle nozze gay. Insomma, oltre ai programmi per la ripresa dell'economia a giocare un ruolo decisivo nelle prossime elezioni potrebbero essere i temi etici.

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