Il G7 mostra i muscoli: pronti a passi se Mosca annette la Crimea

I leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, e i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, intimano alla Russia di fare un passo indietro

Barroso al parlamento europeo
Barroso al parlamento europeo

La comunità internazionale prova a fare la faccia feroce di fronte alla Russia. I Paesi del G-7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti), il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione Europea esortano Mosca "a cessare ogni sforzo per cambiare lo status della Crimea" perché questo sarebbe in violazione delle leggi internazionali. Lo si legge in un comunicato del G-7 diffuso dalla Casa Bianca. E in un altro passaggio si evidenzia che "qualunque referendum in Crimea non avrebbe alcun effetto legale", sottolineando, come motivi principali, "la mancanza di un’adeguata preparazione e l’intimidazione della presenza delle truppe della Russia". Proprio per questa ragione, anticipa il G7, "non ne riconosceremo i risultati".

Poco prima il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, era intervenuto durante una sessione plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles, dicendo che "ogni tentativo di legittimare un referendum in Crimea è contrario alla costituzione ucraina e al diritto internazionale, ed è chiaramente illegale". Ieri il parlamento regionale della Crimea ha votato l’indipendenza dall’Ucraina, prima del referendum di domenica sull’annessione alla Russia, e Mosca si è affrettata a sostenere che la dichiarazione è "assolutamente legale". Ma i paesi del G7 non ci stanno. Barroso ha ricordato che gli occidentali hanno proposto alla Russia discussioni dirette sull’Ucraina, ma "sfortunatamente, finora, invano".

Il presidente della Commissione ha poi confermato la minaccia di sanzioni progressive decise dal vertice Ue dello scorso 6 marzo. E in assenza di risultati rapidi, l’Ue deciderà misure aggiuntiva mirate a dirigenti o imprese russe, quali revoca di visti o congelamento dei beni. Infine, "qualunque altro tentativo della Russia di destabilizzare ulteriomente" l’Ucraina "provocherà conseguenze gravi ed estese", comprese sanzioni economiche.

Trattati violati

"L’annessione russa della Crimea - si legge nella dichiarazione del G7 - sarebbe una chiara violazione dello Statuto delle Nazioni Unite, degli impegni della Russia nell’ambito dell’Atto finale di Helsinki, dei suoi obblighi verso l’Ucraina secondo il trattato di amicizia, cooperazione e associazione del 1997, dell’accordo di base Russia-Ucraina del 1997 e dei suoi impegni nel Memorandum di Budapest del 1994".

"Oltre all’impatto sull’unità, sulla sovranità e sull’integrità territoriale dell’Ucraina, l’annessione della Crimea potrebbe avere gravi implicazioni sull’ordine legale che protegge l’unità e la sovranità di tutti gli Stati. Se la Russia dovesse intraprendere questo passo, agiremmo ancora individualmente e collettivamente". Poi si legge ancora: "Chiediamo alla Russia di ritirare immediatamente le truppe e riportare la presenza a livelli pre-crisi in Crimea e altrove di cominciare trattative dirette con il governo ucraino e rendersi disponibile alla mediazione internazionale, autorizzando l’ingresso di osservatori internazionali".

"Noi, i leader del G-7, chiediamo con urgenza alla Russia di lavorare con noi tramite i processi diplomatici per risolvere la crisi attuale e sostenere i progressi per avere un’Ucraina indipendente, inclusiva e unita", si legge ancora nella nQuali sono i trattati violati

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