Guerriglia a Kiev, 5 morti. Nasce il parlamento ombra dell'opposizione

L'opposizione vara il "parlamento ombra" e chiede subito le elezioni. Usa e Ue in campo. Mosca: no alle ingerenze straniere

Guerriglia a Kiev, 5 morti. Nasce il parlamento ombra dell'opposizione

Dopo la guerriglia di ieri, a Kiev, notte di relativa calma. Stasera, intanto, scade l’ultimatum di 24 ore che l’opposizione ucraina ha lanciato al presidente Viktor Yanukovich dopo i violenti scontri degli ultimi giorni tra polizia e manifestanti nel centro della capitale, in cui sono morte almeno cinque persone. I leader dell’ opposizione chiedono al capo di Stato di indire nuove elezioni, altrimenti i manifestanti minacciano di passare all’offensiva. "Lei, signor presidente - ha detto uno dei leader dell’opposizione, Vitali Klitschko, arringando ieri sera una folla di circa 40.000 persone in piazza Maidan - ha la possibilità di risolvere questa questione. Elezioni anticipate cambieranno la situazione senza spargimento di sangue". Ancora più minacciose le paroledi Arseni Iatseniuk, altro leader dell’opposizione: "Se una pallottola in fronte deve essere, una pallottola in fronte sia ma in modo onesto e coraggioso". Manifestanti e governo hanno concordato una tregua, fino alle 20 (le 19 in Italia), in attesa dell’esito di nuovi negoziati. La sospensione delle ostilità è stata raggiunta su richiesta del campione di boxe e leader del partito d’opposizione Udar, Vitali Klitschko, che ha annunciato che alle 20 tornerà dai manifestanti per riferire loro dell’esito dei colloqui con il governo.

Guerriglia in città

Oleh Musiy, coordinatore dei medici volontari che assistono i manifestanti, ha riferito all'agenzia Associated Press che quattro persone sono morte per ferite da arma da fuoco, mentre una quinta persona ha perso la vita dopo essere caduta dallo stadio della Dinamo Kiev, che è stato incendiato. Secondo il governo, l'uomo caduto dallo stadio è sopravvissuto ed è stato ricoverato. Altre centinaia di persone, ha detto Musiy, sono rimaste ferite nelle violenze. Il ministero dell'Interno fa sapere che circa 70 manifestanti sono stati arrestati ieri durante gli scontri con la polizia. Sono 254 i poliziotti rimasti feriti, 104 sono ricoverati in ospedale. Nel corso dei disordini le forze di sicurezza hanno chiuso strade, usato idranti nonostante le temperature rigide, aggredito manifestanti, giornalisti e operatori sanitari. Il governo ha inoltre dispiegato veicoli corazzati vicino al luogo degli scontri. A infiammare gli animi l'adozione, la scorsa settimana, di alcune leggi controverse che inaspriscono le sanzioni contro i manifestanti pro Europa.

La Russia: non interveniamo

Mosca non intende intervenire (lameno così fa sapere) nella situazione in Ucraina. L'ha annunciato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov in un’intervista pubblicata sul sito del quotidiano Komsomolskaia Pravda: "Noi non pensiamo di avere il diritto di intervenire nelle questioni interne dell’Ucraina, in qualunque modo. È assolutamente inaccettabile per noi effettuare ingerenze negli affari interni» di un altro Paese". La Russia è convinta che le autorità ucraine "sappiano che cosa bisogna fare e troveranno la miglior soluzione per far tornare la situazione alla normalità e ristabilire la pace", ha indicato Peskov. Che ha inoltre censurato le "ingerenze straniere" nella crisi in Ucraina, a suo giudizio evidenti. "Non riusciamo a comprendere gli ambasciatori dei Paesi stranieri che lavorano a Kiev, che dicono che cosa fare alle autorità ucraine e che devono ritirare le loro truppe e la loro polizia".

Il parlamento ombra

Prende forma il "parlamento ombra" annunciato dall’opposizione ucraina al posto di quello ufficiale, ormai delegittimato secondo le forze che si oppongono a Ianukovich, soprattutto dopo l’approvazione delle leggi anti-protesta. Il nuovo Parlamento ha già i suoi leader, i tre capi dell’opposizione: il capogruppo del partito di Timoshenko, Patria Arseni Iatseniuk, l’ex pugile Vitali Klitschko, e l’ultranazionalista Oleg Tiaghnibok. La Rada popolare, così si chiama il nuovo Parlamento, deve però "ancora ottenere la legittimazione degli elettori", ha spiegato un deputato dell’opposizione. Elezioni pretese dall'opposizione. Il 20 gennaio il parlamento ufficiale si riunirà per una seduta straordinaria, per discutere le possibili dimissioni del governo.

Appello di Gorbaciov a Putin e Obama

Come riferisce Interfax il premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov ha lanciato un appello a Putin e Obama per una loro mediazione nella crisi politica ucraina, evitando una "pericolosissima escalation" che può portare ad una catastrofe. "Non si può consentire che ucraini combattano contro ucraini. È una assurdità orribile, ma la situazione, come sembra, ha assunto un carattere tale che senza l’aiuto, senza il sostegno dei rappresentanti autorevoli dei nostri due Paesi, può portare ad una catastrofe. "La cosa principale ora è fermare la pericolosissima escalation - conclude - ammonendo che la crisi a Kiev minaccia non solo l’Ucraina e i suoi vicini ma anche l’Europa e tutto il mondo".

Barroso chiama Yanukovich

Il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, ha parlato al telefono con Yanukovich. Domani il Commissario per l’allargamento dell'Ue, Stefan Fule, sarà a Kiev "per parlare con le autorità e i leader dell’opposizione. Vogliamo dare tutte le possibilita al dialogo politico e partecipare" ha detto il portavoce della Commissione: vogliamo una de-escalation della violenza. Se non ci sarà ne trarremo le conseguenze nel rapporto con l’Ucraina» non escludendo la possibilità di sanzioni". Da parte sua Yanukovich ha assicurato a Barroso che nonostante la situazione sia ad un passo dalla guerra civile, non prevede di dichiarare lo stato di emergenza.

E sul'ipotesi di sanzioni contro Kiev la Germania fa sapere di non essere d'accordo. Lo ha detto Angela Merkel, dopo che esponenti Ue non avevano invece escluso lo scenario: "Riteniamo che per ora le sanzioni non siano all’ordine del giorno".

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