I faraoni d'Egitto alla guerra col sultano turco

È un grande scontro di leoni della stessa famiglia sunnita che ruggiscono per affermare il loro orgoglio plurimillenario. Il Medio Oriente è dilaniato dai due fronti islamici sciita e sunnita l'uno contro l'altro, ma adesso si rivela anche la micidiale concorrenza interna al fronte più storicamente robusto, quello del sultano turco e del faraone egiziano. Ieri l'Egitto ha degradato le relazioni diplomatiche con la Turchia ed espulso il suo ambasciatore dal Cairo; con rapida reazione la Turchia ha dichiarato l'ambasciatore egiziano «persona non grata» e degradato le relazioni con l'Egitto allo scambio fra «incaricati d'affari».
L'ambasciatore egiziano era tornato dalla Turchia in agosto, quando Mohamed Morsi era stato cacciato via dal generale Sisi con una grande rivoluzione militare e popolare. Il ministero degli Esteri egiziano spiega che «la leadership turca ha insistito nella sua posizione inaccettabile, sobillando la comunità internazionale e esprimendo posizioni che sono un'offesa alla volontà popolare».
Lo scontro fra Egitto e Turchia ha un nome: Fratellanza Musulmana. Fra il movimento islamista che era apparso come il vincitore nelle rivoluzioni mediorentali e l'Akp, il partito di Erdogan, c'è un rapporto di identificazione: la vittoria di Morsi era stata considerata dal leader turco come cosa sua. La sua furia per il fallimento della Fratellanza in Egitto lo ha stravolto fino a dichiarare che Israele è responsabile della deposizione di Morsi. Ieri ha salutato la crisi con la Raaba, il gesto delle quattro dita dei sostenitori di Morsi.
Non solo le parole hanno portato il generale Sisi all'esasperazione. La Turchia, riporta il giornale egiziano al Watan, ha aiutato alquanto i sostenitori di Morsi, ha accolto le loro riunioni a Istanbul, ha aiutato a organizzare manifestazioni. Non finisce qui: Ankara, accusa Asharq al Awsat, supporta la parte peggiore dei ribelli qaedisti in Siria.
E l'Egitto fronteggia al Qaida nel Sinai.

I rapporti di Erdogan con gli Usa, con l'Irak, con l'Iran, coi paesi del Golfo, con l'Arabia Saudita e adesso con l'Egitto sono stati immolati sull'altare della Fratellanza. Strana scelta per chi sogna l'impero ottomano.

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