I «non allineati» a Teheran fiera d'odio per l'Occidente

I «non allineati» a Teheran fiera d'odio per l'Occidente

Odio per l'Occidente, affermazioni paranoiche e incitamenti alla violenza, minacce agli Usa, a Israele, e nessuno che si alzi in piedi a protestare. Questo è lo spettacolo dell'assemblea del Nam, il Movimento dei 120 Paesi Non Allineati (su 190 complessivi dell'Onu) che ha aperto i trionfali battenti della sua follia verbale e strategica a Teheran. Ma anche una fiera delle contraddizioni di chi dopo la guerra fredda non ha trovato nessuna ragione di vita se non rimestare, chi da comunista, chi da islamico, nell'odio antioccidentale. Le magnifiche sorti del nuovo mondo orwellian-islamico disegnato da Ahmadinejad, spiegano per esempio come «la bellezza della società umana» sia «attaccata e assediata dal grande sforzo di imporre un certo tipo di vita», che poi è la nostra vita, quella dell'Occidente. Ahmadinejad promette quindi di cambiare il mondo alla sua maniera, e la conosciamo. L'assemblea del Nam ha una ghigna minacciosa, ma dall'altra parte invece si mostra subito con le sue falle. Tanto che, essendo Ban Ki Moon, segretario dell'Onu, il maggiore ospite, Ahmadinejad non ha trovato di meglio che attaccare l'Onu, che «giustifica guerre e omicidi» dato che i governi di oggi sono «i negrieri di ieri».
Cominciamo dalle falle, e poi la realtà della minaccia: Teheran ce l'aveva fatta dunque ad avere ospite, nonostante l'opinione contraria di Obama, Ban Ki Moon. Ban, la cui scelta resterà una colpa morale e un errore politico simile a quelli di Chamberlain con Hitler, pure ha cercato di lavare l'onta, per altro imperdonabile, di essere lui, leader mondiale, l'ospite d'onore di un Paese criminale, che sostiene con le armi Assad, che minaccia Israele, che esporta il terrorismo e opprime i suoi. Ha cercato dunque di placare l'ira mondiale denunciando «qualsiasi Stato membro che minaccia di distruggerne un altro (chi? Peccato, non l'ha detto) o che compie oltraggiosi tentativi di negare la Storia». Però quando Khamenei ha chiamato gli israeliani «lupi assetati di sangue» non si è alzato. Invece, ed ecco la seconda profonda contraddizione, è apparso lo scontro fatale fra sunniti e sciiti, accentuato dalla questione siriana. Il presidente egiziano Mohammed Morsi, dopo Ban senz'altro l'ospite più straordinario di Teheran che non aveva rapporti con l'Egitto dal tempo della pace di Sadat con Begin (1979), non ha potuto perdere completamente la faccia del leader sunnita che è, ed ha accusato Assad con parole di fuoco. I siriani se ne sono andati, ma tutti sanno che è l'Iran il grande sostenitore di Assad, e che gli iraniani sono presenti in forze in difesa del regime alawita.
Possiamo capire come si spera di ricomporre la questione guardando al discorso del sommo leader Ali Khamenei, che mentre ha detto fra le righe che di compromessi sull'atomica non ne vuole sapere («energia nucleare per tutti, armi nucleari per nessuno») ha indicato l'orizzonte di «una transizione per creare un nuovo ordine internazionale» e «il ruolo che il Nam vi deve giocare». Teheran si vede alla testa di questo schieramento antioccidentale, di questa svolta strategica. Per Khamenei Israele e i «suoi scagnozzi» hanno compiuto qualsiasi crimine aiutati dall'Occidente, e che gli USA parlano di diritti umani solo quando gli fa comodo mentre sono torturatori e assassini. Quanto a Israele si macchia di guerre, dei peggiori massacri e di terrorismo di Stato. Sono trombe di guerra. Nessuno dei presenti in sala ha protestato.
Al di là del debole intervento di Ban Ki Moon, si profila di fatto un'Onu più antiamericana e antisraeliana di quella che si è avuta fino ad oggi, e un Iran più forte. Anche l'intervento antisiriano di Morsi è riassorbibile in una sotterranea strategia che pare gestita dal più filoccidentale fra i regimi sunniti, quello saudita: l'Iran potrebbe gestire la crescente forza militare in Siria come carta di scambio perchè l'Occidente accetti, in cambio di una spinta ad Assad perchè lasci il potere, di allentare le sanzioni e si allontani da un attacco contro le centrali nucleari.

Ma l'Aiea nel frattempo ha rilasciato un rapporto in cui si certifica che la centrale di Fordo ha raddoppiato le centrifughe, avvicinandosi pericolosamente al proprio obiettivo.
La riunione del Nam rafforza il fanatismo antisraeliano che mette in sottordine il pericolo iraniano. Ma questo semmai spinge Israele a prepararsi a un'eventuale guerra di sopravvivenza.

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