Lacrime e baci Cameron commuove col padre disabile

Lacrime e baci Cameron commuove col padre disabile

Lacrime e baci. Forse la prova ultima che i conservatori non sono più i duri di una volta. La certezza che anche a Londra e dintorni il personale è ormai pubblico. E lo è per scelta strategica degli stessi protagonisti politici. David Cameron, nel suo discorso di chiusura al Congresso dei Tory a Birmingham, commuove la moglie Samantha - e la platea - ricordano quando portava a spasso, in sedia a rotelle, il figlio Ivan, morto nel 2009 a soli 6 anni. «Ho sempre pensato che qualcuno guardasse la sedia a rotelle e non il ragazzo». «Oggi - aggiunge Cameron mentre gli occhi di Samantha si gonfiano di lacrime davanti alle telecamere - più gente vedrebbe il ragazzo e non la sedia a rotelle. E questo grazie a quanto successo quest'estate». Cosa? Il trionfo delle Paralimpiadi di Londra, il pretesto con cui Cameron solletica l'orgoglio british dei suoi ascoltatori.
Non è la sola nota personale che il premier si riserva dopo un lungo discorso su tasse, deficit, tagli, Europa, crisi economica, referendum in Scozia. Per rincarare la dose di ottimismo che vuole infondere ai suoi elettori, per spingere sull'acceleratore del «lavoro» - «unica possibilità per uscire dalla povertà» - Cameron racconta la storia del padre Ian, morto due anni fa mentre si trovava in vacanza in Francia. «Non ho una storia fortunata - dice il premier con la voce spezzata, replicando anche a chi gli rinfaccia le sue origini privilegiate - Mio padre era un agente di borsa del Berkshire. È solo quando tuo padre se ne va che capisci non solo quanto ti manca, ma quanto davvero gli devi». Ed ecco il racconto strappalacrime: «Era nato senza talloni e con le gambe di circa 30 centimetri più corte di quanto dovessero. Ma non si è mai lamentato. Nemmeno quando ha perso le gambe». Poi l'aneddoto su quella volta in cui il padre lo porta in paese, nella chiesa che frequentava, e dove si ferma per partecipare a un incontro interminabile. «Mi disse quello di cui era più fiero. Semplice: lavorare sodo da quando aveva lasciato la scuola per garantire un buon futuro alla sua famiglia.

Non solo a noi tutti, ma anche alla madre quando suo padre se ne andò». «Non una storia di grande fortuna - chiude il premier - ma una storia di grande lavoro». Un altro momento da lacrima facile, prima di chiudere il discorso e baciare appassionatamente la moglie. E giù il sipario.

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