A LONDRACameron a rischio Tory in rivolta per gli sposi omosex

Almeno 130 e fino a 200 deputati conservatori su 303 voteranno contro. Eppure la legge che legalizzerà i matrimoni gay in Gran Bretagna e che sarà dibattuta già martedì a Westminster passerà comunque - stando ai numeri - grazie al voto di laburisti e liberaldemocratici. Cameron il modernizzatore, il leader che ha reso i Tory nuovamente eleggibili, che ha contribuito a modificare l'immagine del «nasty party», il partito dei «cattivi» - liberisti sfrenati, insensibili alla povertà e allergici alla diversità - spinge il suo governo sull'acceleratore della modernità fino al punto da varare le nozze omosessuali, un provvedimento che spacca il partito, fa infuriare i conservatori «duri e puri» e mette a rischio la rielezione del 2015. Un quinto degli elettori Tory (il 20%) dice che non rivoterà conservatore alle prossime politiche a causa della legge pro-gay (ma il sondaggio, commissionato dal gruppo Coalition for Marriage, contrario alle nozze omosex, è oggetto di contesa). Il ministro dell'Ambiente, Owen Paterson, pare voterà contro, mentre Ian Duncan Smith, ministro del Lavoro, sembra si sia convertito al «sì» in zona Cesarini.

Ma Cameron tira dritto, forte dei sondaggi (l'ultimo, di fine dicembre, dice che il 62% degli elettori è favorevole alle nozze gay) e deciso a tirare lo sgambetto ai laburisti, entrando nella storia come il premier Conservatore che porta i gay all'altare.

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