Le Pen in ascesa si rifà il look: guai a chi ci chiama estremisti

Sempre più su nei sondaggi, la leader del Front National promette di querelare per diffamazione chi osa etichettare il suo partito: "Non siamo Alba Dorata"

Le Pen in ascesa si rifà il look: guai a chi ci chiama estremisti

Guida il suo vascello, salda al comando, mentre la tempesta travolge i capitani delle fregate rivali. A gauche François Hollande tocca il fondale dei sondaggi, a droite François Fillon rastrella i cocci di un partito dalla leadership ancora incerta e già troppo debole. In mezzo naviga lei, la leader del Front National. Il vento in poppa nei sondaggi, l'ultimo dei quali - il barometro politico TNS Sofres per Le Figaro - la vede ai massimi storici del consenso, entrare nel podio come terza personalità che il 33% dei francesi vorrebbe «vedere ricoprire un ruolo importante nel futuro», alla pari dello stesso Fillon, aspirante candidato del centrodestra all'Eliseo 2017, di Alain Juppé, presidente e fondatore del partito, e della popolare direttrice del Fondo Monetario internazionale Christine Lagarde. Sopra madame Le Pen, che strappa consensi a destra (+7%) e -sorpresa- anche a sinistra (+1%), ci sono solo Manuel Valls (il ministro dell'Interno salito a quota 43% dopo le dichiarazioni anti-rom che fanno così poco gauche) e Nicolas Sarkozy, l'ex presidente ancora tanto popolare ma anche tantoo inguaiato nelle vicende giudiziarie.

È anche alla luce di questo successo, mentre ancora la metà dei francesi considera il Front «un pericolo per la democrazia», che la «peste bionda» ne approfitta per premere sull'acceleratore della dédiabolisation, per proseguire cioè nel tentativo di liberare definitivamente il suo cognome e il suo partito dall'immagine diabolica di movimento antise,ita e xenofobo. Lo fa con un metodo che finisce per aumentare le critiche sulla tradizione democratica del partito ma che diventa una sfida culturale e semantica agli organi di informazione, agli avversari politici ma anche agli analisti. Le Pen minaccia di portare in tribunale chiunque definisca il Front National - come tutti finora, simpatizzanti esclusi - un partito di «estrema destra», in un asse che colloca l'Ump nell'area di centrodestra. «Si mette nello stesso sacco Brevik e Alba Dorata - dice indignata riferendosi allo stragista di Oslo e al partito neonazista greco, i cui vertici sono da poco finiti in manette -. Si scuote bene e si prova a darci un'immagine lurida». Per questo madame Le Pen ha deciso di «chiedere alla giustizia di considerare che si tratta di un termine peggiorativo volontariamente utilizzato per nuocere al Front National» e promette: «Arriveremo molto armati davanti alla 17esima stanza del Tribunale di Parigi» (quella in cui si svolgono i processi per reati a mezzo stampa, tra cui la diffamazione).

Un avvertimento chiaro, a cui subito replicano insieme sia Le Parisien, con una genesi storica delle radici del Front, nato a inizio anni Settanta - scrive il quotidiano - da una coalizione di populisti, antistatalisti, neo-fascisti, fondamentalisti cattolici ed ex collaboratori nazisti - sia Le Monde: «Diciamolo di nuovo chiaramente. Per la sua posizione nello schacchiere della politica francese, per le sue idee e per le sue politiche, il Front National è, oggi come ieri, un movimento di estrema destra».

Intanto il partito avanza, sempre più temuto e imitato nei temi e nel linguaggio, sia a destra che a sinistra. Alle municipali di marzo 2014, i sondaggi danno il Front a quota 16% (in testa la gauche al 40, seguita dall'Ump al 35). Ma c'è chi prospetta un terremoto peggiore: «Potrebbe raccogliere da 10 a 15 punti percentuali in più del primo turno delle presidenziali» del 2012 in cui toccò quota 17,9%, ammette Christophe Borgel, responsabile della macchina elettorale socialista.

Non a caso è stato evocato in Consiglio dei ministri qualche giorno fa dallo stesso Hollande, dopo che il ministro degli Interni Valls aveva spaccato l'esecutivo con le sue parole durissime contro i rom, cavallo di battaglia del Front. Attenti ai toni - ha avvertito il presidente -. «Oggi ci siamo noi a questo tavolo, ma sappiamo che forse domani...».

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