La rivincita del vice Obama È lui l'eroe del «fiscal cliff»

New YorkL'accordo sul fiscal cliff è legge. In vacanza alle Hawaii con la famiglia, Barack Obama lo ha firmato a distanza con l'autopen, utilizzando il sistema per la terza volta da quando è stato eletto. Il grande protagonista dei negoziati è stato però Joe Biden. Il vice presidente ha condotto con astuzia le trattative fra democratici e repubblicani, contribuendo a salvare in extremis gli Stati Uniti dal temuto precipizio fiscale. La soluzione, trovata al termine di frenetici negoziati con il leader di minoranza al Senato Mitch McDonnell, è temporanea, ma l'intervento di Biden ha chiarito ai critici l'abilità di un vice presidente noto più per le sue gaffes che per i successi politici.
Nei primi quattro anni di mandato Biden è spesso rimasto nell'ombra, facendo parlare di sé soprattutto per alcune uscite incaute come quella sui matrimoni omosessuali, che obbligò Obama a schierarsi in anticipo e con qualche rischio. Durante la campagna elettorale, quando si mormorava di una sua possibile sostituzione con Hillary Clinton, Biden ha assunto però un ruolo fondamentale: ha reagito alle dure offensive repubblicane e ha contrattaccato con abilità. Memorabile il discorso alla convention democratica di Charlotte, quando - in risposta al tormentone repubblicano «state meglio oggi o quattro anni fa?» - ha lanciato uno slogan che è diventato rapidamente un adesivo sui paraurti delle automobili di mezza America. «Bin Laden è morto, General Motors è viva», disse per evidenziare i risultati dell'amministrazione. A lui è toccato il lavoro sporco anche durante i dibattiti televisivi. Dopo la debacle di Obama nel primo confronto, Biden si è ritrovato ad affrontare il candidato repubblicano alla vicepresidenza Paul Ryan, riuscendo con irruenza a ribaltare l'andamento della sfida.
Nato a Scranton, in Pennsylvania, nel novembre del 1942 e cresciuto in Delaware, dove il padre vendeva auto usate, Biden ha costruito la sua carriera con tenacia. Giocatore di baseball all'università del Delaware, dove si laureò con voti mediocri, venne poi ammesso alla scuola di legge di Syracuse, che non esitò a definire «la cosa più noiosa del mondo». La prima grande vittoria politica la ottenne a sorpresa nel 1972, quando sfidò il senatore in carica J. Caleb Boggs. Dopo una campagna elettorale senza soldi e un'estate indietro anche di 30 punti nei sondaggi, Biden recuperò nel finale vincendo le elezioni di 3.162 voti. Divenne il sesto senatore più giovane nella storia Usa: aveva trent'anni, una moglie conosciuta durante lo spring break alle Bahamas e tre figli appena nati.
Un piccolo sogno americano che s'infranse in una strada di periferia del Delaware un mese e mezzo più tardi, quando la moglie e l'unica figlia femmina rimasero uccise in un incidente stradale durante lo shopping natalizio. Sconvolto e travolto dai dubbi di natura religiosa pensò di ritirarsi, ma fu convinto a non farlo dall'allora leader di maggioranza al senato, Mike Mansfield. Biden ha saputo rialzarsi, ed è proprio ricordando quei terribili giorni che lo scorso maggio ha tenuto uno dei discorsi più toccanti mai pronunciati su un palcoscenico politico. Parlando in occasione del Memorial Day ai familiari dei militari caduti in guerra, il vicepresidente li invitò a non lasciarsi andare e confessò di aver pensato al suicidio dopo la scomparsa della moglie e delle figlia. «Per la prima volta nella mia vita ho capito come una persona potesse suicidarsi coscientemente», disse con franchezza quel pomeriggio al cimitero di Arlington.
Rieletto sei volte, era arrivato a capo della prestigiosa Commissione esteri del Senato prima di essere scelto da Obama come vice.

Nonostante fosse un senatore di grande esperienza e un abile mediatore, quarant'anni a Capitol Hill non erano finora stati sufficienti a farne un grande vicepresidente: era visto piuttosto come una mina vagante. A far cambiare idea ai critici è stata la sua abilità nel negoziare questo accordo, che secondo l'Atlantic Monthly potrebbe addirittura renderlo il vicepresidente più influente di tutti i tempi.

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