ll figlio dell'ex dittatore libico Muammar Gheddafi è stato consegnato alle autorità di Tripoli, da cui verrà accusato e processato secondo le leggi locali. Saadi Gheddafi, terzo figlio dell'ex Raiss, è stato consegnato dal Niger, stato confinante in cui l'uomo si era rifugiato nel settembre del 2011 a causa delle forti proteste sfociate poi in rivoluzione. "Verrà trattato nel rispetto delle leggi internazionali", ha affermato un portavoce del governo libico, rispondendo alle domande mosse dai ultimi fedeli rimasti alla dinastia Gheddafi.
Secondo le fonti, Saadi sarebbe atterrato stamattina a Tripoli e successivamente trasportato nel carcere della città, scortato da imponenti misure di sicurezza per le temute ripercussioni da parte di qualche ex seguace. Saadi è stato accusato di aver represso nel sangue i dissidenti del governo del padre, prendendo attivamente parte nelle uccisioni dei manifestanti nelle proteste di fine 2011, che portarono alla detronizzazione del dittatore.
Fuggito in Niger, al-Saadi era stato immediatamente messo ai domiciliari, anche se non fu immediatamente rimpatriato perché si temeva per la sua incolumità. A differenza del fratello Saif al-Islam - catturato dopo la morte del padre dalle milizie di Zintan -, Saadi non è ricercato dalla Corte penale internazionale, e su di lui non pendono le accuse di crimina iuris gentium mosse al resto della famiglia. Su internet la Polizia libica ha diffuso delle foto dell'internamento del terzogenito, a cui hanno rasato i capelli e dato delle vesti carcerarie.
Il governo del premier Ali Zidan ha ringraziato in particolare il presidente del Niger, Mohammed Yusuf, per la collaborazione offerta nell'estradizione dell'uomo.
la magistratura libica accusa Saadi di essersi "impadronito di beni con la forza el'intimidazione" nel periodo in cui aveva ricoperto la carica di presidente della Federazione calcistica libica. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di cattura internazionale dall'Interpol.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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