Sarebbe ora di farli tornare Anche "fregando" gli indiani

Sono stati trattati come criminali, con troppi sgarri al buon senso

Sarebbe ora di farli tornare Anche "fregando" gli indiani

Verrebbe voglia, guardandoli diritti ma sofferenti dopo cento giorni di prepotenze, capaci di mantenere la testa alta senza piangere, come devono fare i soldati di fronte alle avversità.... verrebbe voglia di dirgli qualcosa di irresponsabile. Gli diremmo senza farci sentire: se là, intorno all’ex riformatorio di Kochi dove vi lasciano, bontà loro, andare a dormire dopo che è stata pagata la grossa cauzione che sono da quelle parti 143mila euro, sorvegliati a vista dalla polizia, garantiti da due sorveglianti indiani, obbligati ad andare ogni mattina alla polizia per firmare fra le dieci e le undici, come delinquenti in libertà sorvegliata..se da quelle parti c’è un angolo d’ombra, un momento di pace assoluta, un cespuglio, uin veicolo utilizzabile... ma sì, svanite nell’aria, volate via, magari con l’aiuto di quei vostri compagni che vorrebbero, e l’hanno detto più volte, venire a liberarvi. È solo una fantasia, ma quanto giustificata da quello che vi hanno fatto e continuano a farvi.
È un film americano forse, forse sono le storie del Mossad, ma ci si pensa. Non se ne può fare a meno pensando a Massimo Latorre e a Salvatore Girone, così quieti e dignitosi e trattati con tanta arroganza, come delinquenti e non come marò in servizio, dopo cento giorni di incubo. È stato bravo il Governo, Staffan De Mistura ha trovato la pazienza e anche in certi momento la durezza giusta, giorno dopo giorno, per cercare ogni strada possibile: se non la liberazione impossibile di fronte a un potere insieme confuso e irrigidito, almeno il tentativo di alleviare le condizioni dei due marò. Troppi sono stati gli sgarri al buon senso e al diritto internazionale: il sequestro col trucco della nave nel porto di Kochi; l’interesse specifico dettato da problemi di elezioni locali del Kerala; la favola pesante della Sonia Gandhi, la prima donna italiana vedova di Rajiv, ormai una politica importante, che vuole ci si dimentichi che tale lei nasce e non parla mai in italiano; le accuse pesantissime e scriteriate di omicidio volontario, il vincolo territoriale del giudizio alla corte indiana senza tener conto di nessun dato di realtà. Inoltre anche la perizia balistica ha dato risultati incerti e controversi.


Dunque l’istinto, il senso di giustizia vorrebbe i nostri militari liberi o almeno giudicati in Italia perchè non ci fidiamo di loro, che peccato. Viene da sognare almeno questo: riabbracciarli senza garanti, senza poliziotti, senza riformatorio, perchè gli indiani giustizia non ce la daranno di certo... Chissà, un cespuglio,una jeep in attesa... Sono solo sogni.

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