Tra sorrisi e dispetti torna la guerra fredda sulla neve olimpica

Divisi su tutto, da Snowden alla Siria, Usa e Russia si pungolano pure sullo yogurt ma senza strappi. Obama: "Putin? Fa il duro, ma ci facciamo tante risate"

Tra sorrisi e dispetti torna la guerra fredda sulla neve olimpica

Non è la Guerra Fredda, d'accordo. E l'atmosfera carica di elettricità che stagna sui rapporti Usa-Russia, esaltata dai riflettori di Sochi, non è certo la stessa che gravò sul mondo tra l'ottobre e il dicembre del 1962, al tempo della crisi dei missili a Cuba, per dire. Putin non è Kruschev, del resto, e Obama non è Kennedy. Ma sempre missili sono, anche se quelli che dalle due capitali vengono virtualmente sparati sul «nemico» sono solo metaforici, caricati a pallettoni propagandistici, per così dire. Perchè la rivalità, tra quelli che si sentono i primi della classe (gli Usa) e quelli che non si sentono secondi a nessuno e da nessuno accettano lezioni (la Russia) resta vivissima.

C'è, per scendere ai rapporti tra i due leader, anche una questione di stile, che scava una barriera tra due mondi. «Fare il duro fa parte del personaggio», ha detto con un sorriso condiscendente Barack Obama riferendosi al leader russo. «Ma quando ci incontriamo mi ha sempre trattato col massimo rispetto. Ci sono buoni scambi di idee, e perfino di battute umoristiche. Il suo stile cambia in pubblico, tanto che durante le interviste congiunte fa il distaccato, ostentando noia». Proprio come fanno i gradassi, appunto.

Putin se lo può permettere, ultimamente, perché mai come nell'ultimo anno è stato lui ad avere la mano di poker vincente. Lo scontro sulla Siria, o meglio sul regime di Assad, che gli Usa progettavano di spazzolare a furia di bombe; la guerra dei nervi sul caso Snowden, lo spione americano protetto da Mosca; infine la dura polemica sui gay sono solo gli ultimi, eclatanti episodi di una guerra dei nervi senza esclusione di colpi in cui a vincere non sono certo stati gli americani. Anche se proprio sui gay - partendo dalla scelta di una delegazione ad alta caratura omosex per la cerimonia inaugurale - Obama punta a pareggiare il conto con Putin dopo lo smacco patito nella faccenda dello scandalo Datagate.

Ora, il nuovo campo su cui confrontarsi con l'eterno rivale ex sovietico si chiama sicurezza. Questo c'è scritto sul guanto di sfida ultimamente lanciato a Putin. E siccome gli americani non si fidano, ecco dare il massimo del risalto mediatico al giro di vite, in termini di sicurezza, imposto ai viaggiatori in volo da e per la Russia. Niente gel, dentifrici o spray, nei bagagli, per evitare il rischio di possibili esplosivi nascosti nelle confezioni .

Scaramucce, dispetti, gioco della parti per ribadire la propria supremazia ai quali i russi rispondono colpo su colpo. E i pretesti vengono tutti buoni. Compreso lo yogurt destinato agli atleti americani: cinquemila barattoli che aspettano di essere spediti al villaggio olimpico americano da un'azienda con sede nello Stato di New York bloccati dalle autorità doganali russe perché non in regola con le leggi della Federazione.

Ci mancava giusto quel «Fuck the Eu», letteralmente «l'Unione europea si fotta» pronunciata dal segretario di Stato aggiunto Victoria Nuland nel corso di una conversazione con l'ambasciatore americano in Ucraina.

Un «colpo basso dello spionaggio russo», che dopo aver intercettato la telefonata, accusano gli americani, l'hanno divulgata ai quattro venti, postandola anonimamente su You Tube. Insomma, forse non saranno missili, ma è certo l'Olimpiade del Dispetto.

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