La svolta islamica dell'Egitto Morsi è il nuovo presidente: vincono i Fratelli musulmani

Mohammed Morsi che vince le elezioni con il 51% dei voti contro il 48% del premier di Mubarak. Festa in piazza Tahrir

La svolta islamica dell'Egitto Morsi è il nuovo presidente: vincono i Fratelli musulmani

Non appena il presidente della Commissione elettorale ha annunciato la vittoria di Mohamed Morsi, piazza Tahrir è esplosa in un boato di gioia. Dopo aver archiviato Hosni Mubarak, l'Egitto compie così la sua svolta islamica: il candidato dei Fratelli musulmani è il nuovo presidente. Morsi ha, infatti, ottenuto oltre 13 milioni di voti contro gli oltre 12 milioni andati al suo sfidante, Ahmad Shafiq, ex premier di Mubarak. L’affluenza alle urne è stata del 51% degli aventi diritto.

Un rovesciamento della sorte impensabile. Un giro di destino in un solo anno e mezzo. Un islamista detenuto da Hosni Mubarak succede da presidente proprio al raìs deposto dalla rivoluzione. Ingegnere formatosi negli Stati Uniti, Morsi è stato membro del parlamento egizioano a partire dal 2005 come deputato formalmente indipendente ed è diventato il candidato dei Fratelli musulmani dopo che al leader Khairat Saad El-Shater è stata vietata la candidatura dalla commissione elettorale. Favorevole al libero mercato, ma sostenitore della promozione di maggiori servizi sociali, Morsi ha dichiarato di voler ridurre la disoccupazione in Egitto fino al 7%, abbassare il tasso d’inflazione e i debiti del settore pubblico. Morsi ha proposto anche un sostegno agli egiziani poveri attraverso un aumento della tassazione del 2%.

Sul fronte estero, il leader della fratellanza islamica promette sostegno ai palestinesi "nella loro lotta legittima", migliori relazioni con i Paesi arabi del Golfo persico, e di voler mettere fine al rapporto di subordinazione dell’Egitto agli Stati Uniti, oltre a incoraggiare gli investimenti europei nel Paese. Sul piano religioso, Morsi ha promesso di non voler trasformare l’Egitto in una teocrazia e di voler rispettare i diritti delle altre religioni, pur riservando all’Islam una parte centrale del governo.

Il 60enne candidato islamico non ha detto molto sull’organizzazione militare dello Stato e sul fronte della libertà di espressione, ma è possibile che la sua intenzione sia quella di vietare la pornografia su internet e di criminalizzare alcuni discorsi sul terreno religioso.

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