Ucraina, decine di morti a Donetsk. Recuperata la salma di Rocchelli

I filo-russi sostengono i morti siano centi e tra questi ci siano molti civili. Hanno chiesto agli abitanti di lasciare la città

Ribelli filorussi fuori dall'aeroporto di Donetsk
Ribelli filorussi fuori dall'aeroporto di Donetsk

Fino a un centinaio di morti. Tanti, secondo i ribelli filo-russi di Donetsk, gli uomini uccisi negli scontri con le forze governative, ma anche tra i civili.

Numeri non facili da verificare: i giornalisti dell'Associated Press hanno confermato di avere visto molti cadaveri ammassati all'obitorio locale, ma anche di non avere avuto modo di contarli. Il bilancio di Oleksandr Lukyanchenko, sindaco della città, è di 40 morti.

Trenta cadaveri - secondo Leonid Baranov, dei separatisti della Repubblica del popolo di Donetsk - sono stati portati in obitorio e molti altri si troverebbero in zone sotto il controllo delle truppe di Kiev, soprattutto nell'area dell'aeroporto, dove si combatte da ieri. Kiev sostiene di avere ripreso il controllo dell'area, ma la situazione è ancora piuttosto tesa.

In serata una bomba - scrive l'agenzia russa Interfax - è esplosa lungo la linea ferroviaria del Donbass, regione che abbraccia la zona di Lugansk e Donetsk.

I ribelli di Donetsk, secondo quanto ha detto il ministro degli Esteri estone, hanno arrestato oggi quattro osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Le autorità dell'autoproclamata Repubblica popolare hanno suggerito ai cittadini di lasciare la città per la loro sicurezza.

Intanto i rappresentanti dell'ambasciata italiana in Ucraina sono riusciti oggi a recuperare la salma del fotoreporter Andrea Rocchelli, ucciso sabato nell'area di Slovyansk. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha annunciato che arriverà in Italia a breve.

In serata il corpo dovrebbe essere all'obitorio di Kharkov, a meno di duecento chilometri da Sloviansk, da dove partirà poi per Kiev.

Qui si trovano i genitori dell'italiano e qui arriverà il fratello di Andrey Mironov, giornalista e attivista per i diritti umani russo che lavorava sul campo con il fotoreporter, anche lui ucciso sabato.

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