In Ucraina vince la piazza L'intesa sbriciola il regime

Prosegue l'inchiesta de "Gli occhi della guerra". Yanukovich firma la resa con le opposizioni e la polizia sparisce dalle strade. Resta il rischio di secessione. DIARIO DA KIEV

In Ucraina vince la piazza L'intesa sbriciola il regime

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da Kiev

A pochi chilometri dall'aeroporto, verso il centro di Kiev, la capitale ucraina, si incappa nel primo posto di blocco, che fa scorrere il traffico. Non è la polizia, dopo due giorni di guerra civile e 100 morti nelle strade, ma un centinaio di giovani con caschi, mazze passamontagna e tanta eccitazione. L'opposizione ha vinto e nella capitale le forze dell'ordine sembrano essersi liquefatte. I temibili Berkut, i corpi speciali, accusati di ogni nefandezze, che hanno sostenuto gli scontri più duri negli ultimi tre mesi sono spariti. «É una specie di anarchia. Le forze dell'ordine si sono volatilizzate. Nei dintorni del palazzo presidenziale si aggirano i miliziani. Ogni decisione sulla sicurezza adesso va presa con il comitato di autodifesa di piazza Maidan» stigmatizza una fonte diplomatica che ha vissuto l'escalation di violenza. I pochi poliziotti rimasti a Kiev, che si fanno vedere in giro, portano sul braccio i colori della bandiera ucraina, come i manifestanti in piazza, per dimostrare che stanno dalla parte del popolo ed evitare rappresaglie.

Il presidente Viktor Yanukovich ha firmato ieri con i tre maggiori rappresentanti dell'opposizione un accordo, che è in pratica la capitolazione dopo il bagno di sangue. Amnistia generale, ritorno immediato alla costituzione del 2004 che ridimensiona i suoi poteri, governo di coalizione ed elezioni non oltre fine anno. Solo i duri e puri di «pravi sektor» (l'ala destra), che negli ultimi giorni si sono distinti negli scontri armati hanno bollato l'accordo come «specchietto per le allodole». Il loro sogno è riservare a Yanukovich la fine del colonnello Gheddafi.

L'accordo è stato firmato dall'ex pugile Vitaly Klitschko, il medico e leader ultranazionalista Oleh Tiahnybok e il moderato che piace agli americani Arseniy Yatsenyuk. E tenuto a battesimo dai pezzi grossi di questa partita geostrategica: i ministri degli esteri polacco Radoslaw Sikorski, il tedesco Frank-Walter Steinmeyer, il francese Laurent Fabius ed il rappresentante russo Vladimir Lukin.
Il Parlamento ha silurato il ministro degli Interni e approvato una riforma del codice penale che potrebbe aprire le porte del carcere a Yulia Timoshenko, l'ex premier e discussa eroina, dietro le sbarre, della rivoluzione ucraina.
In piazza Maidan si festeggia la vittoria, ma l'incredibile sparizione del regime a Kiev è crollo totale nella parte occidentale del Paese. Alessandro Gardini, un italiano che vive e lavora nella capitale, è rientrato ieri sera in macchina dopo essere stato a Leopoli, la «capitale» dell'ovest. «Mai visto nulla del genere. Lungo la strada non c'era un solo poliziotto o soldato - racconta a il Giornale - I posti di blocco fissi sono in mano ai ragazzetti con le mazze e le bandiere rosse e nere (delle formazioni nazionaliste anti russe nda). All'ingresso di Kiev idem».

Nell'Ucraina occidentale i militari hanno lasciato le caserme, interi reparti della polizia sono passati con i ribelli e addirittura l'Sbu, il servizio segreto che doveva lanciare la caccia ai «terroristi» ha cambiato casacca. La Casa Bianca gongola, come la Ue e vigila sull'accordo. L'Ucraina ha evitato, per ora, di sprofondare nel baratro della guerra civile, ma si sta aprendo un altro pericoloso capitolo pericoloso.

L'est del paese, filo russo, è schoccato dal cedimento del regime a Kiev. Oggi a Kharkov, la seconda città dell'Ucraina, si riunirà chi non vuole abbandonare l'abbraccio con Mosca per discutere di una possibile secessione.

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