Usa, giro di vite contro le carrozzelle coi cavalli

Niente più carrozzelle nelle città americane. Protesta per lo sfruttamento dei cavalli: al momento non esistono regole universali

Usa, giro di vite contro le carrozzelle coi cavalli

È partita da New York la protesta che in questi giorni si sta diffondendo a macchia d'olio per tutti gli Stati Uniti. Da Philadelphia ad Atalanta, fino a Salt Lake City, le grandi città Usa hanno chiesto la regolarizzazione delle vetture trainate da cavalli. A guidare la corsa alla stretta - riporta il Wall Street Journal - è il sindaco di New York, Bill De Blasio: "I cavalli nelle strade non hanno senso ai giorni nostri", ha commentato, specificando come gli equini americani siano perennemente sottoposti al rumore della città, al traffico elevato e alle temperarure basse e alte. E mentre altri li vorrebbero proprio banditi dalle strade, alcuni ne chiedono semplicemente la messa in regola.

A Salt Lake City ad esempio, il comune ha avviato una campagna per la sensibilizzazione della faccenda, imponendo ai guidatori di non far lavorare i cavalli a temperature sotto i -12 gradi e sopra i 40. Oltre che delle regole sulla qualità del lavoro, esistono anche quelle sulla quantità: a New York, ad esempio, i cavalli devono avere almeno cinque settimane di vacanze l'anno e possono lavorare al massimo nove ore al giorno di seguito. A Central Park si trovano circa 150 carrozzelle, il cui costo per 20 minuti di passeggiata si aggira intorno ai 50 euro: un guadagno non da poco. se si pensa al centinaio e più di persone che giorno per giorno attraversano le vie del parco su splendide carrozze.

Nel frattempo, diversi gruppi di animalisti si sono offerti di dare una casa ai cavalli, qualora la proposta diventasse legge. A farsi avanti per le adozioni, anche qualche singolo individuo, stanco di vedere i cavalli prigionieri del traffico cittadino.

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