Brasilia - Cesare Battisti ha iniziato uno sciopero della fame totale. In una lettera al presidente Lula, consegnato la lettera al senatore Nery, l'ex terrorista fa sapere di essere entrato in sciopero della fame, per proclamare il suo diritto di essere riconosciuto come rifugiato politico in Brasile. "Spero di impedire - si legge nella lettera - con questo ultimo atto di disperazione, questa estradizione, che per me equivale a una condanna a morte". Ma secondo il quotidiano brasiliano O Estadao, Lula confermerà la decisione di concedere l’asilo politico all’ex terrorista rosso italiano.
Lo sciopero della fame La lettera è stata resa nota ieri sera dal senatore Josè Nery (del Psol, sinistra radicale), che poco prima aveva incontrato l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo nel carcere di Papuda, vicino Brasilia. Nel messaggio a Lula, l’ex terrorista pluriomicida sottolinea il suo diritto di essere riconosciuto come rifugiato politico in Brasile. Il testo di due pagine, datato "Brasilia 13 novembre", si chiude con una frase rivolta direttamente al presidente: "Consegno la mia vita nelle mani di Sua eccellenza e del popolo brasiliano".
La visita di Lula in Italia Lo sciopero della fame di Battisti giunge in coincidenza della partenza per Roma di Lula, che lunedì incontrerà in un pranzo di lavoro il premier Silvio Berlusconi, colloquio nel quale - ha precisato un portavoce di Lula - "non è escluso" che si parli anche del caso Battisti. Sulla richiesta di estradizione dell’ex terrorista presentata tempo fa dall’Italia si pronuncerà mercoledì il presidente del Supremo Tribunal Federal brasiliano, Gilmar Mendes, dopo l’udienza di giovedì scorso, nella quale quattro giudici hanno votato per l’estradizione e quattro contro. Prima di partire per Parigi, dove si tratterrà qualche ora per poi recarsi a Roma, Lula ha evitato di pronunciarsi sul caso Battisti, ricordando che l’Alta Corte deve ancora emettere il verdetto sul "dossier estradizione". Dopo tale sentenza, a dare l’ultima parola sul caso sarà proprio il capo dello Stato brasiliano.
La mossa di Lula "Penso che il presidente della Repubblica del Brasile può fare poco quando il processo è giustamente in mano alla Corte Suprema Federale: devo aspettare la decisione della Corte per sapere se c’è qualcosa che il presidente della Repubblica può fare", ha spiegato il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva. Secondo il quotidiano Estadao, tuttavia, il presidente brasiliano ha inviato un messaggio al Tribunale Supremo che deve decidere sull’estradizione di Cesare Battisti per sostenere la sua posizione. Secondo un giudice che ha parlato con Lula, il presidente "non smentirà" Tarso Genro; e anzi la decisione del ministro della Giustizia, di riconoscere lo status di rifugiato all’ex terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) "è ormai diventata una posizione del governo". Il giornale ha anche fatto un sondaggio tra i giudici dell’Alta Corte e scoperto che la maggioranza rimetterebbe la questione nelle mani di Lula.
Secondo i magistrati, quello che il Tribunale deve fare in questi casi è semplicemente valutare se vi sia alcun ostacolo per l’estradizione di uno straniero. Inoltre, "Lula può inoltre mantenere Battisti in Brasile" fino a quando non verrà giudicato da un Tribunale Federale per i reati di falsificazione di documenti e possesso di passaporto contraffatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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