Agli Europei di calcio del 2012 che si svolgeranno in Polonia e Ucraina mancano ancora due anni, ma il tempo - soprattutto per la realizzazione degli impianti - stringe. Rispetto a qualche tempo fa, la situazione sembra migliorata, ormai è quasi del tutto cancellata l'ipotesi di un «trasloco» della competizione in un altro Stato, ma l'Uefa continua a monitorare la situazione. Non senza un pizzico di apprensione, mischiata a un comunque debole ottimismo.
«Sì, siamo preoccupati. I problemi sono seri. Tuttavia confidiamo che riusciranno a risolverli. È ora per l'Ucraina di rimboccarsi le maniche». Dosa le parole Gianni Infantino, segretario generale dell'Uefa, parlando dell'organizzazione dell'Europeo di calcio del 2012 in Polonia ed Ucraina, in occasione del Comitato esecutivo riunitosi a Tel Aviv. Infantino mescola prudenza ed ottimismo, ma si capisce che lo scenario da incubo, con impianti (e soprattutto infrastrutture) incompleti alle scadenze fissate abbia leggermente abbandonato i dirigenti del governo calcistico europeo. «Siamo sicuri che tutto sarà pronto in tempo - aggiunge - ma monitoriamo la situazione con attenzione».
È l'Ucraina ad allarmare, come testimoniano le parole di Rob Faulkner, portavoce dell'Uefa: «Ci sono stati problemi, soprattutto in Ucraina e dovuti alle elezioni, circa i possibili ritardi che coinvolgono due delle sedi della manifestazione.
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