All'Ecofin di Budapest si è parlato di demografia, un problema particolarmente sentito in Italia e in Europa che ha ovvie ricadute anche in campo economico. «È importante che l'emergenza demografica diventi argomento nell'agenda europea», ha detto il ministro dell'Economia italiano Giancarlo Giorgetti (in foto), «come Italia sosteniamo questa iniziativa. L'auspicio è che il dibattito di oggi non si esaurisca con la denuncia di una condizione comune a molti paesi, compresa l'Italia, ma diventi oggetto di riflessioni e proposte della commissione».
All'incontro di ieri hanno partecipato poco più di un terzo dei titolari delle finanze europei che continuano sul più che discutibile boicottaggio alla presidenza ungherese. Sta di fatto che il nostro Paese ha partecipato, anche perché il contrasto alla denatalità è centrale nell'agenda del governo Meloni. Già nella scorsa legge di bilancio in tal senso erano stati varati sgravi contributivi per le madri lavoratrici e il potenziamento di assegno unico e bonus nido. Quest'anno nelle intenzioni del governo c'è l'idea di arricchire ulteriormente l'arsenale pro natalità: come affermato nei giorni scorsi anche dal sottosegretario Federico Freni, infatti, si vorrebbe arrivare a far pagare meno tasse ai cittadini che fanno più figli. Gli aiuti potrebbero prendere
forma attraverso un ulteriore potenziamento dell'assegno unico oppure su una rimodulazione delle detrazione in chiave favorevole a chi ha più figli. L'ostacolo è costituito sempre dalle risorse. Secondo stime circolate in questi giorni, si starebbe lavorando per reperire almeno 5-6 miliardi e varare misure di una certa sostanza. Un compito non facile, visti i circa 15 miliardi necessari per confermare i tagli su cuneo fiscale e Irpef e il Piano strutturale di bilancio da presentare alla Ue, che dovrà prevedere un percorso settennale di rientro di deficit e debito. Le coperture potrebbero arrivare da una revisione della giungla delle detrazioni, che lo scorso anno sono pesate a bilancio per 80 miliardi.
Tornando però all'Ecofin di ieri, il ministro Giorgetti sostiene che le iniziative pro-natalità non possono essere lasciate ai singoli Paesi, ma serve anche un approccio a livello comunitario. «Prudentemente la commissione in questi anni non si è mai occupata di dare raccomandazioni su un tema ritenuto delicato - aggiunge - ma è anche vero che il Pnnr affronta diversi aspetti non secondari, come la necessità di implementare gli asili nido per rendere possibile la coesistenza della maternità con la partecipazione al lavoro. Il fattore demografico, non dimentichiamolo, ha implicazioni su moltissimi aspetti comprese produttività e crescita: quando parliamo della competitività del sistema europeo inevitabilmente
dobbiamo anche ricordare che i giovani sono più produttivi e tendono a essere più ricettive delle trasformazioni dei cambiamenti». Insomma, la natalità è una questione anzitutto economica che si ripercuote sulla spesa pensionistica - meno occupati rendono più insostenibile il welfare - e sanitaria. Anche in quest'ambito serviranno soldi, con il governo Meloni che punta a incrementare le risorse destinate alla Sanità.
Ieri, intanto, in merito all'ipotesi di una nuova versione della tassa sugli extraprofitti bancari è arrivato il secco no del leader di Forza Italia Antonio Tajani: «Noi siamo
assolutamente contrari alla tassa sugli extraprofitti», ha commentato il ministro degli Esteri e vicepremier, «c'è il nostro no, il ministro Giorgetti non ne ha mai parlato: lo considero un periodo ipotetico dell'irrealtà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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