Offerte di lavoro più trasparenti dal punto di vista retributivo: è a questo che vuole arrivare l'Unione europea con la proposta della Commissione datata marzo 2021 e approvata dopo due anni dal Parlamento. In pratica si punta a una maggiore chiarezza che deve essere garantita negli annunci di lavoro, in modo tale che chi si presenta a colloquio sappia a quanto ammonterà la sua retribuzione. Niente più annunci al buio, insomma.
La nuova direttiva Ue sullo stipendio
La misura, come abbiamo detto, è stata proposta dalla Commissione nel 2021 e ci sono voluti due anni di discussione sul tema per l'approvazione da parte del Parlamento, arrivata questo mese. Adesso sta al Consiglio europeo dare l'approvazione finale.
Ma in cosa consiste questa direttiva? In sostanza, lo stipendio deve essere comunicato fin da subito, se possibile addirittura già nell'annuncio. A definirlo è l'articolo 5, che obbliga le aziende a "indicare il livello retributivo iniziale o la relativa fascia (sulla base di criteri oggettivi e neutri sotto il profilo del genere) da corrispondere al futuro lavoratore per una specifica posizione o mansione".
Nella direttiva ci sono molti altri punti, alcuni concentrati anche sull'importanza della parità di retribuzione fra uomo e donna.
Tornando alla comunicazione dello stipendio, il candidato al posto deve poter trovare questa informazione nell'offerta di lavoro. In caso contrario, la retribuzione deve essere comunicata prima del colloquio.
Altri obblighi importanti
Ma non finisce qui. Stando alla nuova direttiva, le varie aziende dovranno informare i candidati anche sui criteri impiegati per definire lo stipendio, oltre ai vari livelli retributivi presenti. In quei posti di lavoro con più di 50 dipendenti, inoltre, si dovrà fare chiarezza sulla cosiddetta progressione economica, ossia la possibilità di ottenere possibili aumenti di retribuzione.
Diventerà obbligatorio, inoltre, fornire informazioni sul divario retributivo di genere. Nello specifico, secondo la direttiva, le aziende con più di 150 dipendenti saranno tenute a redigere un rapporto in tal senso entro 4 anni dall'entrata in vigore della direttiva. Le aziende con 100 e 150 dipendenti avranno invece a disposizione 8 anni, mentre sarà facoltativo per le aziende con meno di 100 lavoratori.
Manca il via libera del Consiglio
C'è voluto del tempo, ma pare ormai che la direttiva sia in arrivo. Manca solo l'approvazione del Consiglio perché il provvedimento divenga effettivo.
Anche dopo l'approvazione, tuttavia, le regole non entreranno in vigore subito, trattandosi di una direttiva e non di un regolamento.Saranno infatti gli Stati membri a doversi adeguare dopo il via libera. A loro disposizione avranno tre anni di tempo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.