Via libera al nuovo Patto di Stabilità. Con un'Italia decisamente scettica: tutti i partiti politici tricolori si sono astenuti o hanno votato contro, ciascuno per specifiche motivazioni. Dal Parlamento Europeo è comunque arrivato il semaforo verde alle nuove regole sulla governance economica, uno dei testi più attesi e dibattuti della legislatura ormai giunta al termine. L'ok definitivo dell'Eurocamera è così arrivato stamani, come ci si aspettava alla vigilia: le norme sul coordinamento delle politiche economiche e la sorveglianza sono state approvate con 367 voti a favore, 161 contrati, 69 astensioni. Quelle sull'attuazione della procedura per deficit eccessivo con 368 sì, 166 no, 64 astensioni; quelle sui requisiti per il quadro di bilancio degli stati Ue con 359 sì, 166 no, 61 astensioni. I testi saranno adesso sottoposti agli ambasciatori degli Stati membri nella riunione di venerdì per l'approvazione, e poi definitivamente approvati al Consiglio Agrifish del prossimo lunedì.
Partiti italiani astenuti o contrari
Piuttosto scettica la posizione della politica italiana nei confronti del suddetto provvedimento di riforma. Tutti i partiti politici di casa nostra, ciascuno per specifiche motivazioni, si sono infatti astenuti o hanno votato contro. Nello specifico, le forze del centrodestra italiano si sono tutte astenute e altrettanto ha fatto il Pd. Quest'ultimo, in dissenso rispetto alla posizione di altre delegazioni dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. "Immagino per ragioni di politica interna", ha commentanto al riguardo Gentiloni. Degli eurodeputati italiani, gli unici a votare a favore sono stati Lara Comi e Herbert Dorfmann del Ppe, l'indipendente Marco Zullo (Renew) e Sandro Gozi (Renew), che però è stato eletto in Francia.
Gli eurodeputati di Forza Italia (gruppo Ppe) si sono astenuti, come quelli di Forza Italia e della Lega, perché "va bene così", ha spiegato a margine della plenaria la vice capodelegazione Alessandra Mussolini. Anche la delegazione di Fratelli d’Italia si è astenuta sul voto. "Riteniamo che, sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano, esso presenti ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni", hanno commentato il copresidente del gruppo Ecr al Parlamento europeo Nicola Procaccini e il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles Carlo Fidanza e l’eurodeputato di FdI Denis Nesci componente della commissione Econ
Patto di Stabilità, cosa cambia
A supportare la riforma sono stati invece i gruppi parlamentari della "maggioranza Ursula", composta da Ppe, Socialisti e Renew. Il nuovo Patto di stabilità fissa nuove regole per la riduzione dei deficit e dei debiti, cercando - per quanto possibile - di non rallentare gli investimenti necessari per portare avanti la trasformazione ecologica e digitale avviata da Bruxelles. Le nuove norme si applicheranno a partire dall'esercizio di bilancio 2025 e imporranno ai Paesi sotto procedura un taglio annuo del saldo strutturale pari almeno allo 0,5% del Pil (che per l'Italia equivale a 10 miliardi di euro). Tra di essi sembra destinata a esserci anche l'Italia.
La procedura Ue
Dopo le elezioni europee, sulla base dei dati del 2023 diffusi ieri da Eurostat, la Commissione europea metterà sotto procedura per disavanzo eccessivo undici Paesi, compreso con ogni probabilità il nostro, che dovranno rispettare il percorso correttivo previsto dai nuovi vincoli di bilancio. Nell'elenco figurano anche Ungheria, Romania, Francia, Slovacchia, Malta, Belgio, Spagna, Estonia, Polonia e Repubblica Ceca. Considerando la sostenibilità del debito di ciascun Paese, la Commissione definirà per ogni nazione interessata una parabola di aggiustamento e un percorso per risanare i conti pubblici. L'operazione migliorativa - oggetto di confronto di trattative, soprattutto in riferimento ai rigidi parametri di Bruxelles - potrà essere estesa fino a un massimo di sette anni, in cambio di riforme strutturali e investimenti in settori strategici come la transizione ecologica e quella digitale.
Le tappe della riforma
"Le regole approvate sono migliori di quelle esistenti. Sono più flessibili, più aperte agli investimenti e danno più autonomia agli Stati membri. Questa è una buona giornata che rende il nostro Patto di stabilità un pò più intelligente", ha commentato il commissario europeo agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, che ai giornalisti ha spiegato le prossime tappe. La decisione sulle procedure in eccesso - ha fatto sapere l'ex premier italiano - "verrà presa quando presenteremo il nostro pacchetto di primavera e ciò avverrà il 19 giugno.
Ovviamente guardando i dati Eurostat si può avere una buona anticipazione della stessa". Gli Stati dovranno presentare i piani di medio-termine entro il 23 settembre. "Naturalmente - ha aggiunto Gentiloni - sappiamo che è la prima volta e quindi ci sarà un certo grado di flessibilità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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